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Campania: Amalfi


Amalfi è un Comune della Provincia di Salerno (SA) della Regione Campania.
Antica Repubblica Marinara, dà il nome all'omonimo tratto della Penisola su cui sorge, la Costiera Amalfitana.

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La caratteristica e suggestiva Cittadina, quasi al centro della Costiera cui dà nome, è una delle più famose località turistiche della Nazione per la bellezza del Paesaggio, le Memorie Storico-Artistiche, la singolarità delle Architetture e la mitezza del Clima; la più antica Repubblica Marinara d'Italia, scagliona le case bianche in pittoresco disordine a gradinate su pendio, all'angusto sbocco della Valle dei Mulini.


Dal 1997, alla Costiera amalfitana, di cui Amalfi è principale centro geografico e storico, è stato riconosciuto il titolo di Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.


AMALFI

Regione: Campania
Provincia: Salerno SA
Altitudine: 6 m slm
Superficie: 5,7 km²
Abitanti: 5.125
Nome abitanti: Amalfitani
Patrono: Sant'Andrea Apostolo (30 novembre)
Motto: Descendit ex patribvs romanorvm











GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo - Identità materiale e immateriale)

Come in tutta la Costiera Amalfitana, sono i panorami straordinari disegnati dal brusco scendere a mare dei Monti Lattari, con aspri Valloni inverditi da terrazzamenti di Orti, Agrumi, Ulivi, al cui sbocco si addensano ombrosi Paesi di Case l'una sull'altra, con vividi Scorci di luce e di azzurro; e i Limoni, il loro profumo nell'aria, in dolci e liquori, ieri scorta obbligata a bordo delle Navi dell'Antica Repubblica Marinara, a scanso di scorbuto.
Frastagliatissimi, impervi, i Monti Lattari si divallano con rocce e macchia, su un mare intensamente azzurro e la Città, situata in uno spazio angusto tra il Monte ed il Mare, si presenta molto Scenografica, sul pendio allo sbocco della Valle dei Mulini; è bianca, a gradoni di case, con anguste viuzze coperte, strette e pittoresche, simili a tortuosi corridoi di Conventi, con angoli di grande suggestione e inattesi scorci mediterranei.
Trascorsa la breve stagione mercantile, saccheggiata la Città dai Pisani, mangiata la spiaggia da frane e mareggiate, vennero la riscoperta della mitezza del clima, la struggente bellezza di luoghi, il vetusto splendore del Duomo con la Porta quasi millenaria, il Giardino di palme e l'ombra fonda del Chiostro del Paradiso. 



ORIGINE del NOME
(Toponomastica)

Il Toponimo è di sicura origine Romana ma con 2 ipotesi: a) derivazione da Melfi, Città Lucana, i cui transfughi giunsero sulla Costiera fondando la Città; b) derivazione dalla Gens Romana Amarfia (I secolo d.C.).
Fu fondata nel 300, secondo la tradizione, da alcuni Romani in viaggio per Costantinopoli che naufragarono a Ragusa, poi retrocedettero e si fermarono presso Palinuro, dove fondarono Melphe e perciò furono detti Melphitani; in seguito si portarono ad Eboli, quindi nel luogo più sicuro della Costa Salernitana, dove diedero origine ad Amalfi, da A-Melphes
Giustiniani (1797-1805), preferisce invece dare credito ad un'altra tradizione che vorrebbe il luogo fondato direttamente da una Colonia di Melfitani.
Il Toponimo non è menzionato in fonti classiche, comparendo in  Gregorio Magno (epistola VI, 23) nella forma dell'etnico «Amalfitana» quanto alla sua origine, se si accettano alternanza a/e, il Toponimo si inquadra all'interno della serie che comprende Melfi, Molfetta (anticamente Melphicta dall'anno 1089, ma attestata già dall'anno 925 nella forma Melfi/Melfia con cui alterna fino al 1247) gli antichi Melpum, centro della Pianura Padana, Melpes e Melpis idronimi (col termine idronimo si indica il nome proprio di un corso d'acqua, mentre idronimia - un settore della toponomastica - è il complesso degli idronimi e lo studio che li riguarda) in Lucania e Lazio ecc.
Per questa serie è stato ricostruito un tema (definito Mediterraneo) *melp *melf e *malp *malf (il passaggio p>f è noto all'Etrusco) il cui valore semantico non è precisabile, ma è stato postulato il senso di "sinus", e di “concavità, voragine della terra". 



TERRITORIO
(Topografia e Urbanistica)

La Costiera è quel tratto di Costa Campana, situato a Sud della Penisola Sorrentina, che si affaccia sul Golfo di Salerno; è delimitata ad Ovest da Positano e ad Est da Vietri sul Mare. 
È un tratto di Costa famoso in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica, sede di importanti Insediamenti Turistici. 
Considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO prende il nome dalla città di Amalfi, nucleo centrale della Costiera, non solo Geograficamente, ma anche Storicamente, essendo stata una delle Repubbliche Marinare assieme a Genova, Pisa e Venezia.

«[…] Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno e una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane, e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri. […]»
(Giovanni Boccaccio, Decameron - II giornata, IV novella)

Trait d'union sono i Panorami straordinari disegnati dal brusco scendere a mare dei Monti Lattari, con aspri Valloni inverditi da Terrazzamenti di Orti, Agrumi, Ulivi, al cui sbocco si addensano ombrosi Paesi di Case l'una sull'altra, con vividi Scorci di luce e di azzurro.
Frastagliatissimi, impervi, i Monti Lattari di divallano con rocce e macchia, su un mare intensamente azzurro.
La Città di Amalfi è situata in uno spazio angusto tra il Monte ed il Mare, si presenta molto Scenografica, sul pendio allo sbocco della Valle dei Mulini; è bianca, a gradoni di case, con anguste viuzze coperte, strette e pittoresche, simili a tortuosi corridoi di Conventi, con angoli di grande suggestione e inattesi Scorci Mediterranei.


ITINERARI e LUOGHI
(Culturali, Turistici e Storici)

Lungomare
È il biglietto di presentazione della Cittadina ed uno tra i più belli e frequentati della Costiera.
Lungo il tratto Orientale si dispongono: il Municipio con un piccolo Museo Civico che custodisce, tra l'altro, la «Tabula Amalphitana», Codice, forse del 1400, sulle Leggi Marittime e le Consuetudini Amalfitane tra il 1000 e il 1100; sulla Punta, la Cinquecentesca Torre di Amalfi e, opposto a questa, l'Albergo Luna Convento, che ingloba il Chiostro Duecentesco del soppresso Convento di San Francesco.
Subito all'inizio del segmento Ovest del Lungomare è l'Arsenale, di cui restano 2 navate coperte da crociere a sesto acuto; quasi al termine, l'Albergo dei Cappuccini, riutilizza un Convento fondato nel 1200: bello il Chiostro, eccezionale il Panorama sulla Costiera.

Duomo*
Domina dall'alto di una monumentale Scalinata, l'omonima Piazza, ornata al centro, dalla Settecentesca Fontana del Popolo (vedi sotto), che conserva la Statua di Sant'Andrea, Patrono della Cittadina.
Il Duomo è il principale monumento di Amalfi;
il cosiddetto Duomo Vecchio, (oggi corrispondente alla Cappella del Crocifisso) fu fondato nel 900 dal Duca Mansone III, ampliato agli inizi del 1200, all'epoca della deposizione nella Cripta delle Spoglie di Sant'Andrea, fu rifatto in forme Barocche nel 1703-1718.
La ricca Facciata policroma è una ricostruzione del 1889-1891; originale è il Campanile* sulla sinistra, documentato già nel 1180 ed ultimato nel 1276, con colonne angolari nel basamento, e coronamento a torricelle con archi intrecciati.
Dall'Atrio, anch'esso rifatto a fine 1800, si accede al Chiostro del Paradiso (vedi sotto) e, attraverso la *Porta in bronzo, fusa a Costantinopoli e qui collocata nel 1065.
All'interno del Duomo, a 3 navate; notevoli anche il Trittico marmoreo (inizi 1500) nella 1a Cappella a destra, il coevo Sepolcro d'Acunto.
Al termine della Navata destra, 2 Amboni ricomposti a fianco dell'Altare e, nella Cripta, le Statue di Sant'Andrea e dei Santi Stefano e Lorenzo di Pietro Bernini.
Alla navata sinistra si affianca la Cappella del Crocifisso, il Duomo Vecchio del 900.

Chiostro del Paradiso**
Con accesso dal lato sinistro dall’Atrio del Duomo, fu eretto come Cimitero per i Cittadini più Illustri dal Vescovo Augustariccio (1266-1268), colonne binate sorreggono archi acuti intrecciati e formano un Peristilio, reso suggestivo dalla vegetazione e dai frammenti lapidei di epoche diverse.


Fontana del Popolo o di Sant'Andrea
Con le sculture marmoree del Santo Patrono e di Divinità Marine, scolpite nel Settecento.
Originariamente si trovava all'inizio della Scalea del Duomo, ma all'inizio del Novecento fu spostata dove la si vede.
L'acqua della fontana, proveniente dal Fiume Sele, sbocca dalle Statue Marmoree di 4 Putti, da quella di Pulicano e da quella di un Uccello, sottostanti la più grande statua di Sant’Andrea in Croce.

Fontana di Cap 'e Ciuccio
Sita poco prima della distrutta Porta dell'Ospedale, limite a Nord del Borgo. Deve il proprio nome alla tradizione degli abbeveraggi degli asini che scendevano dalla Valle delle Ferriere, da dove proveniva e proviene l'acqua, carichi di frutta, ortaggi e legname. 
Il Presepe vi fu inserito nel 1974 ed è composto di pietre calcaree e tufacee della Valle dei Mulini, oltre alle Statuine rappresentanti i personaggi tipici del presepe, immerse in gran parte nell'acqua.
 
Borgo
Si dispone a Monte del Duomo e del Chiostro del Paradiso, con un fitto intreccio di Stradine.
Ne costituiscono l'asse principale le  Vie Genova e Capuano, ma la più suggestiva è la Via dei Mercanti, quasi tutta coperta, che era detta nel Medioevo «Ruga Nova Mercatorum» perché vi si affacciavano le Botteghe della Repubblica.

Musei

La città è sede di diversi musei:

Museo Civico di Amalfi
Museo degli Antichi Mestieri e dell'Arte Contadina
Museo Diocesano
Museo della Carta (vedi sotto)
Museo della Bussola e del Ducato marinaro di Amalfi


Biblioteca Comunale “Pietro Scoppetta”, istituita nel 1974, è un Servizio Sociale deputato alla diffusione ed alla Promozione delle Cultura, e, nel principio dell’Educazione Permanente, alla piena realizzazione del Diritto all’Istruzione; partecipa alla vita culturale e civile della città favorendo e promuovendo attività che abbiano come fine una effettiva elevazione.
La Biblioteca dispone di un Patrimonio Librario di oltre 20.000 volumi ed è un punto di riferimento Storico-Documentario per tutta la Costiera Amalfitana.
Presso la Biblioteca operano 2 Sezioni speciali di notevole pregio ed interesse: la Biblioteca di Storia Arte e Cultura Amalfitana “Matteo Camera” del Centro di Cultura e Storia Amalfitana ed il Fondo Librario “Andrea Di Benedetto”.
La prima annovera oltre 8.000 volumi sulla Storia Medievale, e la seconda è costituita da opere di Letteratura Classica Latina e Greca, per complessivi 2.281 volumi. (clicca qui per ulteriori notizie

ESCURSIONI

Valle dei Mulini, si addentra a Monte di Amalfi, dove sorgevano appunto i Mulini per macinare il Grano; con Casette tra Agrumeti e numerose Cascatelle che alimentano alcune tra le più Antiche Cartiere d'Europa (2 ancora in funzione); interessante il Museo della Carta (visita). 


Valle delle Ferriere, continuazione della Valle dei Mulini, solcata dal fiume Canneto, dove sorgevano moltissime Ferriere per la Produzione della Carta, delle quali oggi ne è attiva solamente una.
Vi cresce una felce rarissima, la Woodwardia radicans.


«Racconti di Viaggiatori»

«[...] Ecco Amalfi, in fondo alla tortuosa strada boccaccesca, sul mare velato dal solito temporale meridiano: mi fermo un attimo: basta uno sguardo per afferrare l'intera cittadina a semicerchio sul porto, bianca, svuotata da secoli di silenzio, resa umile paese, da grande città che fu, e, tuttavia, felice [...]» 
(pagina 71 de “La lunga strada di Sabbia” di Pier Paolo Pasolini - 1959)

«[...] La costa che va da Sorrento a Salerno, e ha come centro Amalfi, è invece medievale, romantica, monasteriale.
Fu infatti un amore romantico.
Rispetto a Napoli, siamo in un altro mondo.
Si direbbe che il facile contrasto classicismo-romanticismo sia qui scritto nella natura sotto il comune e felice sole del sud.
Tra Sorrento e Salerno, vedi rocce tagliate a picco, spaccature orride tra i monti, case incastrate e appiattite sulla roccia da cui le distingue solo il colore, cadute di vigneti su pendici impervie, ed i monasteri-fortezze appollaiati a metà costa.
Adesso stiamo veramente penetrando nel Sud.
Napoli è una metropoli, che vive di una legge propria, difficile da afferrare, e non appartiene né al Nord né al Sud, ma soltanto a se stessa.
E dovrò subito notare come negli eventi politici né i conflitti sociali abbiano ancora spento la naturale bonomia degli abitanti.
Appena varcato il confine del Sud si entra in un bagno di euforia, quasi irradiata dall'indole della gente.
È una moda di questo tempo di pensieri iperbolici rappresentare il Sud solo a colori tragici, quasi che sotto le apparenze tranquille tutto nascondesse minacce oscure e rivolta latente.
E certo spesso la tragicità è nelle cose, invitandoci alla previdenza.
Però finora il Sud, rispetto al Nord, mi ha offerto solo immagini di distensione.
La vera battaglia politica non si combatte ancora qui; la lotta di classe non è diventata natura.
[…]
Il passaggio del forestiero e salutato da frasi scherzose gentili; il complimento è ancora più naturale dell'insulto.
[…]
Amalfi che, lo sanno tutti, fu la più antica delle nostre Repubbliche Marinare, è una cittadina vivace, con bottegucce di barbieri loquaci che lavorano fino a notte tarda, vie tortuose, un bel Duomo, e alcune case aristocratiche: gli alberghi.
Questi alberghi, allogati in monasteri medievali hanno corridoi a labirinto, chiesa, refettorio e chiostro.
In uno dove mi fermai la lunga pergola dei monaci consente di passeggiare restando in casa; sopra, sul monte, le terrazze di limoni e di viti; sotto altre terrazze di fiori, fiori semplici, ottocenteschi, gerani, roselline bianche che danno un odore di miele.
Ho trovato in quelle oasi più numerosi gli stranieri che gli italiani.
Molti soprattutto inglesi, che amano vivere bene con semplicità.
Per gli italiani i pregi della tranquillità contemplativa esistono sempre meno; essi li stimano contrari alla loro idea del moderno.
Altri popoli tuttavia, non meno moderni, sentono diversamente […]» 

(pagine 475-476 de “Viaggio in Italia” di Guido Piovene - 1950)

ITINERARI DEL GUSTO - PRODOTTI DEL BORGO
(In questa sezione sono riportate le notizie riguardanti prodotti agroalimentari riportati poi nelle ricette dei primi e dei secondi piatti e dei dolci)

Amalfi, la Costiera dei Limoni e dei Dolci
Da Salerno ad Amalfi sono 24,7 km di 53 minuti di emozioni continue tra Natura, Cultura ed Enogastronomia: difficile, nel piacere dell'esperienza, distinguere le une dalle altre.
Trait d'union sono i panorami straordinari con aspri Valloni inverditi da terrazzamenti di Orti, Agrumi, Ulivi; e i Limoni, il loro profumo nell'aria, in dolci e liquori, ieri scorta obbligata a bordo delle Navi dell'Antica Repubblica Marinara, a scanso di scorbuto, oggi prodotti IGP "Costa d'Amalfi".
L'Offerta Enogastronomica, eccezionale, riassume i Sapori della Costiera, Zuppa di Pesce e tanti altri Piatti di Mare, Paste Fresche di vari formati (tra cui gli «Scialatielli», inventati da uno Chef Amalfitano e che hanno fatto poi scuola), squisiti Dolciumi - Sfogliatelle di Santarosa, “Sospiri” e “Delizie” di Limone (sono nomi propri di paste alla crema, non evocazioni) - Liquori di Limone, ma anche di Fichi d'India, dei Rosoli di Erbe e di Spezie.
Liquori, Sfogliatelle, "Mustaccioli", Zeppole di San Giuseppe ed ogni altro prodotto della tradizione Dolciaria Amalfitana "verace" si possono assaggiare nella Pasticceria "Pansa”, dal 1830 all'ombra del Duomo.
Gran parte dei Terreni ad uso Agricolo è destinato alla produzione del Limone Costa d'Amalfi (IGP)

Limoncello

Il nome corretto è "Sfusato Amalfitano", una varietà unica nel suo genere, lunga e affusolata e almeno il doppio delle dimensioni di altri limoni, con una pelle spessa e rugosa che ha un profumo intenso e una carne dolce e succosa che è praticamente senza semi. 
Coltivati nei tipici giardini terrazzati lungo tutta la Costiera Amalfitana, sono raccolti da Febbraio a Ottobre e dal 1999 hanno ottenuto l'I.G.P. (Indicazione Geograficamente Protetta). 


ITINERARI DEL GUSTO - CUCINA DEL BORGO

Arte, Tradizione, Cucina e Paesaggi.
Amalfi, situata sull'omonima Costa, è l’esempio della perfetta combinazione di questi 4 elementi.
In particolare, l'Arte Culinaria e il "Buon Cibo" che si trovano in questo territorio, sono unici.
La scelta di un Buon Prodotto, il modo giusto di prepararlo, la sapienza della cucina e l'attenzione nella presentazione, mostrano come preparare un piatto somigli ad un’opera d’arte, tante emozioni e creatività da mangiare.
Una speciale combinazione di Sapori di Mare e di Terra, unita al lento scorrere del tempo e alla stratificazione delle Sagge Abitudini delle Casalinghe, rendono i piatti unici e inconfondibili.

Piatto tipico

Scialatielli

Ingredienti per 4 persone

- per gli Scialatielli: 400 g di farina; 3 foglie di Basilico; diversi cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva; un pizzico di Formaggio Grattugiato; 100 ml di Latte; un pizzico di Pepe e Sale;

- per il condimento: 600 g di Vongole, Tartufi, Cozze; 150 g di Gamberi sgusciati; 250 g di seppie piccole; 250 g di Pomodori Piennolo; 20 g di Olive Verdi e Capperi; un filo d'Olio Extra Vergine di Oliva; 2-3 spicchi d'Aglio, abbondante Prezzemolo.

Preparazione: Con la Farina e il Latte fare una pasta e aggiungere gradualmente il Basilico tritato finemente, l'Olio Extra Vergine di Oliva, il Formaggio grattugiato, un pizzico di Pepe e Sale.
Lasciare riposare la pasta per circa 30 minuti, quindi stendere con un mattarello, tagliare a strisce sottili e sottili e cuocere in acqua bollente.
Mentre gli Scialatielli bollono, in una padella capiente scaldare l'Olio e l'Aglio tritato, fino a dorarli e quindi aggiungere i Frutti di Mare, i Gamberi e le Seppie tagliati a pezzetti, aggiungere i Pomodori e lasciare cuocere per qualche minuto; quindi aggiungere le Olive e Capperi.
Scolare la Pasta ben prima che diventi troppo morbida e aggiungere alla Salsa, cuocere insieme per 1 minuto o 2, quindi cospargere con abbondante Prezzemolo tritato e servire subito.

Un buon Limoncello

1 litro di alcool fine 1 litro di acqua 500 gr. di buccia di sugar the di 6-7 limoni grandi, se possibile appena raccolti.
Lavare bene i limoni, sbucciarli rimuovendo il midollo dalla scorza, quindi mettere la scorza di limone in un infuso di alcool per circa 10 giorni.
Trascorsi i 10 giorni, bollire l'acqua e aggiungere lo zucchero fino a quando non si dissolve, quindi aggiungere l'alcool (gettare via la buccia) filtrare il liquido e imbottigliarlo.



CIAK SI È GIRATO AD Amalfi

Il fascino di Amalfi e della Costiera Amalfitana è tale da aver ispirato decine di registi e sceneggiatori, che ne hanno portato sulla pellicola e sugli schermi tutta la magia.

Roberto Rossellini amava la Costiera Amalfitana al punto di scegliere come sfondo per diverse sue pellicole: nel 1946 Paisà”, con Federico Fellini ed Anna Magnani, al Convento di San Domenico.



2 anni dopo, nel 1948, è a Maiori, Atrani ed Amalfi per il Film "L'amore" in 2 episodi di cui il secondo “Il miracolo”, sempre con Anna Magnani.


Nel 1952 La macchina ammazzacattivi”, sempre con la regia di Roberto Rossellini, immortala una Amalfi reale ma un po’ grottesca, molto diversa da quella turistica e patinata di oggi, attraverso la processione religiosa della Festa di Sant'Andrea.


Gli anni 1990 vede a Positano e ad Amalfi anche la Commedia italiana "A spasso nel tempo", per la regia di Carlo Vanzina, in cui Christian De Sica rievoca la figura del padre Vittorio nel film "Pane, amore e fantasia" girato nel 1955 a Sorrento con Sofia Loren.


Nel 2004 il regista Mike Barkers gira Le seduttrici”, con Helen Hunt e Scarlett Johansson, liberamente ispirato a "Il ventaglio di Lady Windermere" di Oscar Wilde, ambientato negli Anni 1930, si svolge quasi interamente nella Costiera, tra Atrani ed Amalfi. (vedi il trailer)

Sempre nel 2004, non si può non ricordare il film "Sotto il sole della Toscana"  con Diane Lane che interpreta Frances, una donna con alle spalle una sofferta separazione che decide di ricominciare la sua vita in Italia. 
Proprio ad Amalfi Frances troverà l'amore, conoscerà infatti Marcello interpretato dal bellissimo attore Raoul Bova.


Brad Pitt e Angelina Jolie si innamorarono sul set di “Mr e Mrs Smith”, action movie del 2005 con la regia di Doung Liman, girato anche ad Amalfi e Ravello.
Uno dei set fu la terrazza panoramica dell’Hotel Santa Caterina.



Lo storico Hotel Santa Caterina, 5 Stelle Lusso, a strapiombo sul Golfo di Amalfi, è stato protagonista di una recente Fiction Rai, “È arrivata la felicità”, andata in onda dal 2015 al 2018, con Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi, ha fatto il censimento dei film girati sulla Costiera Amalfitana.


Le Seduttrici (Good Woman) di Mike Barker, un remake del 2004 del classico di Oscar Wilde “Il Ventaglio di Lady Windermere”, è una vera e propria perla per gli amanti della Costiera Amalfitana. Nel film recitano Helen Hunt, Scarlett Johansson e Tom Wilkinson ed è ambientato negli anni ‘30 sulla Costiera Amalfitana. Le scene sono state girate ad Amalfi, Atrani, Ravello ed in altri luoghi della Costiera Amalfitana, con sottofondo i commenti satirici di Wilde sulla forza dell’amore e sulle virtù del matrimonio.

Amalfi - Megami no hoshu, girato tra Amalfi, Ravello e Atrani, del regista Giapponese Hiroshi Nishita, uscito nel 2009, ha scelto tra le varie location


STORIA

«… la più prospera città di Longobardia, la più nobile, la più illustre per le sue condizioni, la più agiata ed opulenta.
Il territorio di Amalfi confina con quello di Napoli; la quale è bella città, ma meno importante di Amalfi.
»
(Ibn Hawqal, scritto nel 977)

Secondo il «Chronicon Amalphitanum», il Villaggio di Amalfi era stato fondato da un gruppo di Romani che, diretti a Costantinopoli, avevano fatto naufragio sulle Coste Pugliesi; poi, dopo aver fondato Melphi (oggi Melfi), si erano spinti verso Sud per stabilirsi sulla Costiera Amalfitana. 

Amalfi era nata, tra i monti Lattari e il Tirreno, come un piccolo Villaggio di Pescatori.

Una Villa esisteva ad Amalfi già dal I secolo a.C. e la Città fu fondata nel 400 da Romani in fuga dalle Invasioni Barbariche.
La Fondazione di Amalfi, quindi, fatta risalire ai Romani viene ricordata nel suo Stemma che reca la scritta «Descendit ex patribus romanorum».
Nel 500, durante la Guerra Gotica, presentò già una simpatia per Bisanzio, e i Bizantini, per difendersi dall'invasione dei Longobardi di Alboino, trasformarono il Villaggio in Fortezza (Castrum).
La posizione strategica in cui sorgeva Amalfi, tra le montagne e il mare, fece acquisire al piccolo agglomerato una notevole importanza durante la lotta tra Bizantini e Longobardi.

L'influenza Napoletana-Bizantina non impedì agli Abitanti di Amalfi di godere di una sostanziale "Autonomia Periferica" che andò sempre più rafforzandosi.
Gli Amalfitani, a ridosso della montagna che li isolava dagli agglomerati Campani del Golfo di Salerno, dovettero espandere le loro attività sul mare attraverso il Commercio marittimo, che permise un notevole sviluppo dei traffici della gente della Costiera Amalfitana.
A partire dall’800, prima (in ordine cronologico) fra le Repubbliche Marinare, rivaleggiò con Pisa, Venezia e Genova per il controllo del Mar Mediterraneo.
Essi erano, inoltre, agevolati anche dalle buone relazioni con Napoli e Bisanzio.
la Prassi Commerciale era regolata secondo le norme contenute nelCodice Marittimo di Amalfi”, meglio noto col nome di "Tavole Amalfitane", una delle basi del Diritto Societario moderno cheebbe una grande influenza fino al 1600.
Alle attività legate al commercio si interessavano tutti gli abitanti, non esclusa la Nobiltà che era tradizionalmente più legata alla Proprietà Fondiaria.
Intorno all'836 i Commerci condotti da Amalfi erano in piena espansione e raggiungevano i territori dell'Italia Meridionale fino alla Sicilia e quelli dell'Africa Mediterranea, ormai da molto tempo sotto il dominio degli Arabi.

Nell'839, sempre nel contesto della lotta fra Longobardi e Greco-Bizantini, la filobizantina Amalfi viene assalita ed espugnata dal Longobardo, Principe di Benevento, Sicardo, poi assassinato in una congiura di palazzo.
In seguito alla tragica morte di Sicardo e la lotta per la successione al Principato di Benevento, gli Amalfitani si ribellarono riuscendo a cacciare il Presidio Longobardo.
L’1 settembre dell'839, fu acquistata l'Autonomia Amministrativa (anche se sussisteva una formale tutela di Bisanzio tramite il Ducato di Napoli); ma era un principio di libertà.

Con la ripresa della Politica Espansionistica degli Arabi del Magreb, il Duca di Napoli, Sergio, fu costretto a costituire una Lega Campana a cui aderirono Gaeta, Sorrento ed Amalfi.
Allorché i Musulmani tentarono di penetrare in Roma, attraverso il Tevere, la Lega Campana, spronata dal Pontefice Papa Leone IV, mobilitò la sua Flotta e sconfisse, nel corso della leggendaria Battaglia di Ostia, gli invasori alla Foce del Fiume Romano (849).
Amalfi, nonostante fosse impegnata in un conflitto armato contro i Musulmani, continuò comunque ad avere Rapporti Commerciali, sia pure in misura ridotta, con i Mercanti Arabi della Sicilia, della Spagna e dell'Africa.
Lo sviluppo dei Commerci, favorì l'espansione degli Amalfitani verso i territori del Mediterraneo Centrale ed Orientale, dove sorsero i primi Stanziamenti di Mercanti che si stabilirono in Colonie.
È del 996 la sicura conoscenza di una numerosa e forte Colonia al Cairo.

Tra l'altro, pare che proprio i Navigatori Amalfitani, siano stati tra i primi ad usare la Bussola, ed il nome del probabile inventore, sarebbe Giovanni Gioia.
In realtà già da tempo la Bussola era stata importata dall'Oriente e Marinai del Mediterraneo già la utilizzavano; Gioia avrebbe solo perfezionato lo strumento rendendolo più stabile.

Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell'anno 1000, dopodiché iniziò una rapida decadenza.
Nella seconda metà del 1000, il piccolo Ducato di Amalfi venne a trovarsi in seria difficoltà, all'interno di un contesto che vedeva alternarsi le lotte tra i Capi Normanni, gli Imperatori d'Oriente e d'Occidente e la Chiesa di Roma, con continui rivolgimenti nei Principati Campani.
Allorché, la Comunità Amalfitana decise di rinunciare alla propria indipendenza chiedendo la protezione di Roberto il Guiscardo.
Nell'ottobre del 1126, durante il Governo di Guglielmo, terzo Duca di Puglia, i Maggiorenti Amalfitani, che godevano di larga Autonomia Amministrativa, conclusero un accordo riguardante i Commerci con la Repubblica di Pisa; un trattato che rispondeva ai rapporti amichevoli esistenti da diversi decenni tra le 2 Città Marinare, per la complementarità dei loro interessi di mercato.

Il Pontefice Innocenzo II (anche se preoccupato per la Crisi Scismatica provocata dall'AntiPapa Anacleto II) e il nuovo imperatore Lotario II, iniziarono una Guerra contro Ruggero II di Sicilia, nella quale intervennero diversi Principati, nonché le Repubbliche di Pisa e di Genova.
Quando la Guerra raggiunse anche la Campania, i Pisani, che con Napoli e con altre Città della Regione (tra cui la stessa Amalfi) avevano stretto rapporti di affari, raccolsero l'invito del Pontefice per un diretto intervento.
Il 4 agosto 1135 attaccarono la non più libera Città di Amalfi, ritenendo che la Convenzione del 1126 non fosse più valida per la sua soggezione ai rivali Normanni.
Saccheggiate le navi alla fonda nel Porto e quasi distrutto l'Abitato, i Pisani furono attaccati dall'Esercito di Ruggero II, proveniente da Aversa attraverso le montagne.
Si verificarono diversi scontri nei quali, soprattutto lungo la Costiera Amalfitana, si impegnarono le Milizie Pisane, ma la Guerra terminò favorevolmente per Ruggero II d'Altavilla Re di Sicilia, il quale nel 1131 conquistò Amalfi, con i suoi Normanni.
Nel luglio del 1139 ottenne il pieno riconoscimento dalla Chiesa e dall'Impero della sua piena Giurisdizione su tutta l'Italia Meridionale: Amalfi era caduta per sempre sotto la Dominazione Normanna e la Libertà di Amalfi non ritornò mai più.
La decadenza politica di Amalfi non significò, però, la fine delle Colonie d'Oltremare e dei Commerci che rimasero attivi anche nei secoli che seguirono, nonostante i continui attacchi.

A peggiorare la Crisi, ci fu poi, nel 1343, un devastante Maremoto che le diede il definitivo colpo di grazia: non tanto perché gran parte della Città andò distrutta, ma perché gli Arsenali (nei quali si costruivano le Galee grazie alle quali Amalfi era stata padrona dei Mari) vennero irrimediabilmente danneggiati e resi, di fatto, inservibili.

Dal 1811 al 1860 è stato Capoluogo dell'omonimo Circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie e dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato Capoluogo dell'omonimo Mandamento appartenente al Circondario di Salerno.

CURIOSITÀ & LEGGENDE
(Le Leggende riflettono la Storia di un popolo ma soprattutto gli aspetti della Vita della Comunità)

L'ultimo sonno della Ninfa
Secondo un'antica leggenda, Amalfi deve il nome ad una Ninfa che Ercole amò è che dorme l'ultimo sonno su queste Rive.

Mezza Città sotto il mare
Si può dire che Amalfi antica, giaccia ormai tutta sul fondo del mare, ad opera di frane e di violentissime mareggiate, fra le quali sono rimaste memorabili una del 1013 ed un'altra del 1343.

La Torre della Regina Giovanna
Nella Torre che domina Amalfi sarebbe vissuta la famigerata Regina Giovanna (la Regina Giovanna, personaggio di leggende, non soltanto italiane ma anche Provenzali; il che si spiega col fatto che Giovanna I di Napoli fu anche Contessa di Provenza, e la fuggì in un momento difficile della sua vita.
Divorata dalla lussuria, Giovanna viveva ritirata nell'una o nell'altra delle Residenze che la leggenda le assegna; ma non appena le giungeva notizia di qualche bel giovane abitante nei dintorni, si affrettava a mandarlo a prendere.
Il capriccio non durava, però, mai a lungo; e quando era finito, non volendo che l'ex favorito andasse in giro a parlare e sparlare di lei, la perfida donna provvedeva a liberarsene, in genere facendolo cadere da un trabocchetto in mare, dove lo aspettavano con fauci spalancate mostri pronti a divorarlo, o gettandolo in fosse profonde, guarnite con punte di spade, denti di forcone, lame di rasoio.
Una variante a tinte meno cupe, attribuiva all’onnivora, l'abitudine di fare il giro delle scuderie, a godersi, l'uno dopo l'altro, i numerosi e gagliardi palafrenieri.
Poi, venne il giorno in cui gli uomini non le bastarono più.
Diventò l'amante di un cavallo.
Numerosi servi l’assistevano, guidando e trattenendo la bestia perché non avesse a farle male.
Ma una volta, per involontaria sbadataggine o per malizia, lasciarono che il cavallo facesse a suo modo, e Giovanna morì squartata.
È certo che la leggenda ha un fondamento storico: secondo Benedetto Croce, nacque dal sovrapporsi, in Napoli, delle immagini di 2 Sovrane: la prima e la seconda Giovanna D'Angiò.
Giovanna I, nipote di Re Roberto e dal nominata erede dei del Regno, fece seguire 3 mariti al primo, Andrea d'Ungheria, che aveva sposato giovanissima, col quale si era rifiutata di dividere il potere, e che nel 1345 fu ucciso da congiurati nel Castello di Aversa, forse con la complicità della Regina.
Ai mariti, si aggiunse un numero imprecisato di amanti; la fama di Giovanna I giunse fino in Svezia, per i suoi amori con il giovane Carlo Ulfsson, figlio di Santa Brigida, morto a Napoli.
Di questa Giovanna, secondo Benedetto Croce, esistono a Napoli 2 ritratti, uno sul Mausoleo di Re Roberto nella Chiesa di Santa Chiara, l'altro nella scena del Matrimonio, tra gli affreschi della Chiesetta dell'Incoronata; il secondo è però solo probabile, e tutti e 2 generici e non tipici.
Dopo la vita movimentata di cui si è detto, Giovanna morì, anzi fu fatta uccidere, nel Castello di Muro Lucano da Carlo III di Durazzo, che ve la teneva prigioniera.
Figlia di Carlo III, fu Giovanna II, Sorella di Ladislao, cui succedette nel 1414 (nel monumento che gli fece erigere nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara di Nola (NA) è rappresentata anche lei).
Ancor più malfamata della prima, ebbe 2 mariti, molti facili amori e in particolare un'amante, Giovanni Caracciolo notaio, detto Sergianni, che per qualche tempo fu vero padrone del Regno.
Si raccontava che la Regina avesse scelto un modo assai curioso di manifestargli il suo amore, che per qualche tempo aveva tenuto nascosto; sapendo che il Caracciolo aveva una gran paura dei topi, ne fece prendere uno vivo, e andò a gettarlo sulla tavola, mentre il Caracciolo giocava a scacchi.
Sergiani si alzò di scatto e corse verso la Regina, che lo aspettava sulla soglia dei suoi appartamenti.
Dietro la porta subito rinchiusa alle sue spalle accadde l'inimmaginabile, e pochi giorni dopo, il fortunato notaio fu nominato Gran Siniscalco del Regno.
Anni dopo, Giovanna lo fece però assassinare; un altro amante, Pandolfino Alopo, fu fatto uccidere da uno dei mariti)

Le più Antiche Cartiere d'Europa
A non molta distanza da Amalfi, si possono vedere le più antiche cartiere d'Europa.
Si trovano nella Valle dei Mulini, alimentate da piccole cascate.

La Manna di Sant'Andrea
È una sostanza oleosa che trasuda dalle Ossa di Sant'Andrea Apostolo e possiede proprietà miracolose.
Le Reliquie del Santo sono conservate sotto l'Altare della Cripta del Duomo.

Il Dragone che si eclissa
Le acque del Dragone, d'estate scompaiono, inghiottite da un baratro che si chiama «Bocca del Dragone».

Il Mayordomo de la Duquesa
Nella Torre detta di Ziro o Ciro, o anche «del Buon Tempo», in Frazione Puntone, si narra che fu uccisa Giovanna d'Aragona Duchessa d'Amalfi, per la colpa di aver sposato, essendo rimasta vedova a vent'anni, il proprio Maggiordomo.
La storia di questa tragico amore avrebbe ispirato a Lope de Vega, il dramma «El Mayordomo de la Duquesa de Amalfi».

TRADIZIONI - EVENTI - FOLKLORE 
(Con il termine «Folklore» si intende l’insieme degli usi, abitudini, tradizioni, comportamenti, linguaggi di un popolo; insomma gli aspetti più caratteristici e suggestivi della vita di una Comunità)

Si svolge ogni 4 anni nel mese di giugno la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, Manifestazione Sportiva di Rievocazione Storica, istituita nel 1955 con lo scopo di rievocare le imprese e la rivalità delle più note Repubbliche marinare italiane: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia.
È una Gara Remiera disputata mediante galeoni, ricostruiti su modelli del 1100, spinti da 8 rematori (su sedile fisso) e guidati da un timoniere.
La regata è preceduta da un corteo storico, composto da numerosi figuranti che vestono i panni di antichi personaggi che caratterizzarono ciascuna Repubblica.
La Festa del Patrono di Amalfi è Sant’Andrea, e  si svolge 5 volte l'anno, ma in 2 occasioni: il 26 e 27 giugno e il 30 novembre, il culmine della manifestazione è rappresentato dalla Processione con la tradizionale benedizione del mare in spiaggia e la successiva “Corsa” finale sulle scale del Duomo


Processioni a mare ad apertura e chiusura della stagione estiva, in onore di Sant’Antonio e della Madonna di Porto Salvo, che vengono effettuate rispettivamente il 13 giugno e il 12 settembre.

Feste in onore di Santa Rita e della Madonna del Rosario, Patrone della Valle dei Mulini, che si svolgono rispettivamente il 22 maggio e la prima domenica di ottobre.

Riti della Settimana Santa, con la processione del Venerdì Santo: all’arrivo del buio più completo, alla sola luce delle fiaccole e dei lumini, esce dalla Cattedrale la Processione con le statue del Cristo morto e della Madonna Addolorata.

SANTO PATRONO

Andrea (in lingua Greca: Ἀνδρέας; denominato, secondo la tradizione Ortodossa, Protocletos o "il Primo chiamato" - nato a Betsaida il 6 a.C. e morto a Patrasso il 30 novembre 60) è stato un Apostolo di Gesù Cristo, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa; viene considerato un Santo Miroblita (I Santi Mirobliti - dal Greco μυροβλύτης, formato da μύρον e da βλύτω - sono Santi il cui corpo, prima o dopo la morte, emana una fragranza, o lascia colare Olio Profumato) in quanto, proprio le Reliquie presenti in Amalfi rilasciano quella che viene chiamata Manna.
La Festa di Sant'Andrea è celebrata il 30 novembre nelle Chiese d'Oriente e d'Occidente ed è Festa Nazionale in Scozia.



Andrea era il Fratello di Pietro Apostolo (Marco 1,16).
Quasi sicuramente il suo nome (derivante dal vocabolo greco ανδρεία, "virilità, valore, fortezza"), come altri nomi tramandati in Greco, non era il nome originario di questo Apostolo in quanto, nella tradizione Ebraica o Giudaica, il nome Andrea compare solo a partire dal II-III Secolo.

Il Nuovo Testamento afferma che Andrea era figlio di Giona (Matteo 16,17) o Giovanni (Giovanni 1,40-42); e che era nato a Betsaida sulle rive del Lago omonimo in Galilea (Giovanni 1,44).
Assieme al Fratello Pietro, esercitava il mestiere di Pescatore, e la tradizione vuole, che Gesù stesso lo avesse chiamato ad essere suo Discepolo invitandolo ad essere per lui "pescatore di uomini" (ἁλιεὺς ἀνθρώπων, halieus anthropon), tradotto anche come "pescatore di anime".
Agli inizi della vita pubblica di Gesù, occupavano la stessa Casa a Cafarnao (Marco 1,21-29).
Il Vangelo secondo Giovanni, riporta che Andrea era stato in precedenza Discepolo di Giovanni il Battista, che gli indicò Gesù come «Agnello di Dio» (Giovanni 1,35-40).
Andrea fu il primo a riconoscere in Gesù il Messia e lo fece conoscere al Fratello (Giovanni 1,41).
Presto entrambi i Fratelli, Pietro e Andrea, divennero Discepoli di Cristo.
In un'occasione successiva, prima della definitiva Vocazione all'Apostolato, essi erano definiti come grandi amici e lasciarono tutto per seguire Gesù (Luca 5,11; Matteo 4,19-20; Marco 1,17-18).
Nei Vangeli, Andrea è indicato essere presente in molte importanti occasioni come uno dei Discepoli più vicini a Gesù (Marco 13,3; Giovanni 6,8 Giovanni 12,22), ma negli Atti degli Apostoli si trova solo una menzione marginale della sua figura (Atti 1,13).

Andrea fu Martirizzato per Crocifissione a Patrasso (Patrae) in Acaia (Grecia), probabilmente nel 60 d.C., regnante Nerone.
Dai primi Testi Apocrifi, come ad esempio gli Atti di Andrea, citati da Gregorio di Tours, si sa che Andrea venne legato e non inchiodato su una Croce Latina (simile a quella dove Cristo era stato Crocifisso), ma la tradizione vuole che Andrea sia stato Crocifisso su una Croce detta Croce Decussata (a forma di X) e comunemente conosciuta con il nome di "Croce di Sant'Andrea"; questa venne adottata per sua personale scelta, dal momento che, egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro nel Martirio.

Le Reliquie

Dopo il Martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue Reliquie vennero traslate da Patrasso a Costantinopoli; leggende locali, raccontano che le Reliquie vennero vendute dai Romani.
San Girolamo scrisse che, le Reliquie di Andrea, vennero portate da Patrasso a Costantinopoli per ordine dell'Imperatore Romano Costanzo II, nel 357, e da Costantinopoli a Roma da un certo Andrea, maggiordomo di Palazzo dell'Imperatore Maurizio.
Rimasero a Costantinopoli fino al 1208, quando vennero portate ad Amalfi, in Italia, dal Cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. 



Secondo tradizione, nel 500, 2 Reliquie, una Mano ed un Braccio, furono donate a Venanzio, Vescovo di Luni, dal Papa Gregorio Magno, suo grande amico, e per l'occasione, sarebbe stata costruita a Sarzana la Chiesa di Sant'Andrea, che divenne la dimora delle Reliquie e da quel giorno l'Apostolo fu Patrono della Città; oggi sono conservate nella Cattedrale di Sarzana.
A Città di Castello, nella Chiesa di San Francesco, si conserva un Osso di un Braccio, che una tradizione locale vuole donata da Papa Celestino II, nativo della città e già Canonico della Cattedrale, ad un Monastero locale dove viveva una sua sorella; nel 1400 il Comune fece realizzare un Reliquiario in Argento, oggi nella Pinacoteca Comunale.
La Testa del Santo venne donata, insieme ad altre reliquie (un mignolo e alcune piccole parti della Croce), da Tommaso Paleologo, despota della Morea spodestato dai Turchi, a Papa Pio II nel 1461, in cambio dell'impegno per una Crociata che avrebbe dovuto riprendere Costantinopoli.
Il Papa accettò il dono, promettendo di restituire le Reliquie, quando la Grecia fosse stata liberata e ne inviò la Mandibola.
Inizialmente custodita a Pienza (sua Città Natale), successivamente fu portata a Roma, dove venne posta in una Teca in uno dei 4 pilastri principali della Basilica di San Pietro e, per decisione di Papa Paolo VI, nel settembre del 1964, come gesto di apertura verso la Chiesa Ortodossa Greca, vennero consegnati un Dito e parte della Testa, alla Chiesa di Patrasso, all'interno dell'Antico Reliquiario Bizantino, fino ad allora custodito nella Cattedrale di Pienza alla quale, in cambio, il Papa donò alla stessa il Busto-Reliquiario della Testa, commissionato da Pio II a Simone di Giovanni Ghini per la Basilica di San Pietro in Vaticano.
Le Reliquie rese, sono a tutt'oggi custodite nella Chiesa di Sant'Andrea a Patrasso in una speciale Urna, e vengono mostrate ai Fedeli in occasione della Festa del 30 novembre.
La Chiesa Madre di San Nicola a Gesualdo conserva un presunto Osso del Braccio del Santo; la Reliquia, custodita in una preziosa Scultura d'Argento, fu donata alla Chiesa da Eleonora, Badessa del celebre Monastero del Goleto in Irpinia, quando, verso la fine del 1500, si trasferì a Gesualdo presso il principe Carlo Gesualdo.

Nel 2007 una Reliquia del Santo è stata consegnata dal Vescovo di Amalfi al Patriarca Ecumenico Bartolomeo, affinché fosse conservata nella Cattedrale di San Giorgio in Costantinopoli (sede del Patriarcato).

Ad Amalfi, la Festa di Sant'Andrea ricorre più volte all'anno: la prima è il 28 gennaio, Festa della Reliquia; la seconda la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta; la terza il 7 e l'8 maggio, Traslazione delle Reliquie, detta "Sant'Andrea a'quaglia"; quella del 26 e 27 Giugno per il “Miracolo di Sant'Andrea” in cui, si comincia con l'Esposizione della Statua, e si finisce a Sera in Cripta, a conclusione del triduo, con la Celebrazione della Manna; e quella del 30 novembre.

Patronati
Andrea è Santo Patrono di Scozia, Russia, Romania, Ucraina, Grecia, Prussia e
anche di molte località italiane, oltre che dei Pescatori in quanto pescatore egli stesso.

RAGGIUNGERE Amalfi

In AUTOMOBILE

Strada statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso al territorio comunale.
Strada Regionale 366 (di Agerola); innesto SS 163 fino al confine della provincia.
Strada Provinciale 252 SS Agerolina-Bivio Acquarola-Tovere di Amalfi, principale accesso alle frazioni di Vettica, Pogerola, Pastena e Lone.


In TRENO

Roma > Salerno

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Porto

Porto turistico di Amalfi con collegamenti passeggeri per Capri, Positano, Maiori, Minori, Cetara e Salerno.

MUOVERSI IN COSTIERA AMALFITANA

Per raggiungere le località della Costiera Amalfitana:

Da Amalfi ci sono collegamenti terrestri e marittimi per le principali località turistiche della Campania.

Collegamenti terrestri:

Autobus SITA

capolinea di Amalfi | +39 089 871016 | www.sitasudtrasporti.it

Collegamenti marittimi:
da Amalfi per i paesi della Costiera Amalfitana e Capri

TravelMar | +39 089 872950 | www.travelmar.it
Alicost | +39 089 871483 | www.alicost.it

Mobilità extraurbana in Bus

I trasporti interurbani da Salerno, sono gestiti dalla società Sita Sud (clicca sul logo qui sotto)

https://www.sitasudtrasporti.it/


COSTIERA AMALFITANA



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