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Abruzzo: Teramo


Teramo (Tèreme ['tɛ:rəmə] in abruzzese) è un comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo.
La città ha origini molto antiche, riconducibili ai Piceni e ai Pretuzi, che dominavano fino al III secolo a.C., prima del dominio romano, l'area di Aprutium, da cui il termine "Abruzzo".
Successivamente nel primo Medioevo, dal tardo 1200 sotto gli Angioini al 1400 sotto gli Aragonesi, Teramo fu capitale di un distretto autonomo, rappresentato da famiglie locali quali i Melatino, in rivalità con il ducato di Atri, decadendo poi a capoluogo del distretto dell'Abruzzo Ultra, giustizierato fondato nel 1233 da Federico II di Svevia.
Tra il 1700 e il 1800, Teramo fu un notevole centro culturale, con personalità come Melchiorre Delfico e Francesco Savini.


Alla confluenza del Fiume Vezzola col Fiume Tordino, è una città quasi pianeggiante e di aspetto prevalentemente moderno, pure essendo interessante per Chiese e Palazzi Medievali e alcune presenze di architetture Romane antiche.
Si raggiunge col Treno proveniente da Pescara, che giunge alla Stazione di fine tronco che si trova fuori città.
In Automobile è ben collegata attraverso l'Autostrada A 24, che proviene da Roma e va fin sulla costa Adriatica.

TERAMO

Regione: Abruzzo
Provincia: Teramo
Altitudine: 265 m slm
Superficie: 152.84 km²
Abitanti: 54.884
Nome abitanti: Teramani
Patrono: San Berardo vescovo (19 dicembre)
Diocesi: Teramo Atri

Gemellaggi: Praga (Distretto 7) (Repubblica Ceca ) dal 6 giugno 2005 - Memmingen (Germania) dal 1986 (gemellati tra loro anche i corpi di Polizia delle due città) - Berane ex Ivangrad (Montenegro) dal 1982 - Rishon LeZion (Israele), dal 1988 - Strovolos (Cipro) dal 2010 - Gorzów Wielkopolski (Polonia) dal 2007 -  Ribeirão Preto (Brasile) dal 2005 - Ávila (Spagna) dal 2010 - Aglandjia (Cipro) dal 2011 (gemellaggio tra Municipio 3 e distretto Aglandjià)







GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo - Identità materiale e immateriale)

Il fiume Tordino e il suo affluente, il torrente Vezzola, si riuniscono un po' più a valle della città, delimitando una piattaforma dalle ripide pareti, sulla quale si distende l'abitato.
Le strette vie della parte vecchia, i merli ghibellini della facciata della Cattedrale - segno del potere temporale del Principe Vescovo - e qualche altro brano d'antico spessore inducono suggestioni storiche in un contesto prevalentemente moderno.
La città ha un aspetto pulito ordinato luminoso, a partire dagli edifici e dalla disposizione urbanistica della rete stradale.
Tra mare e montagna, l'Adriatico è solo una trentina di chilometri più a levante, mentre a occidente si trova la catena del Gran Sasso.  
in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso, che digrada verso la costa con una ricca vegetazione di vigneti e oliveti.

 

ORIGINE DEL NOME
(Toponomastica)

Teramo continua il nome classico Interàmna, con la pronuncia con accento proparossitono che il toponimo aveva (mantenendo condizioni italiche); 'Iντεραμvìα in Tolomeo III, con l'etnico Interamnates.
Si chiamava Pretut l’antica città di Teramo, ed era il centro più importante della zona.
Città dei Pretuzi, si dice fosse stata fondata dai Fenici come emporio commerciale e fu indipendente fino al III secolo a.C., dai quali ebbe il nome di Petrut, con il significato di “luogo elevato circondato dalle acque
Dalla latinizzazione di Petrut in Praetut derivò poi Praetutium e Ager Praetutianus per indicare il territorio.
quando fu assoggettata dai Romani, le mutarono il nome in Interamnia Pretutiorum, "città fra i fiumi", il nome Interamnia, succesivamente si trasformò invece in Interamne, Teramne e Interamnium, Teramnium per giungere infine, all'inizio del II secolo d.C., alla forma Teramum.

I Romani la chiamarono Interamnia Urbs, e fu detta Praetutium, o Praetutiorum o semplicemente Praetutia per distinguerla da Interamna Nahars (Terni), Interamnia Lirinos (la scomparsa Teramo sul Liri) e Interamnia di Capitanata (l'attuale Termoli).
Nella divisione amministrativa del territorio promossa da Augusto imperatore, Interamnia fu ricompresa nella “V Regio”, il Piceno.

In epoca medievale, da Praetutium derivò Aprutium che fece la sua comparsa in documenti del 500 e che per qualche tempo, fino al 1100 circa, avrebbe designato sia la città, il Castrum Aprutiense, che il territorio circostante per estendersi quindi all'intero Abruzzo, anche per l'importanza che la contea omonima ebbe, attestata soprattutto nel Catalogus Baronum per l'estensione e il numero dei suffeudatari armati al servizio dei Conti de Aprutio durante il periodo normanno.

Non ha trovato credito, invece, la teoria secondo la quale il nome Teramo sarebbe derivato da Thermae, con relazione alla pur accertata presenza di importanti terme in varie zone della città, e che faceva riferimento sia all'aspirazione “Theramum” riscontrabile in alcuni codici sia all'uso del dialetto locale che contrae in “Terme” la pronuncia del nome di Teramo. 

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«Racconti di Viaggio»

«[...] ed in fine si aggiunse il tremuoto.
Cominciò questo a farsi sentire in Dicembre 1702, e ad ingerire apprensione pe' disastri già cagionati nel Principato ultra e nella Contea di Molise.
Ma dalle due ore della notte precedente ai 14 gennaio sino ai 2 febbraio 1703, alle ore 18, gli scotimenti furono così violenti che alcuni edifizj caddero, ed altri rimasero maltrattati.
Ne abbiamo veduto due pruove nel Cap. LXV ed altre in gran numero se ne veggono anche oggi nell'incisione 1703 fatta su mattonelle ne' muri di rinforzo e ne' rinnovati tetti.
Abbandonate le case, si ridusse ognuno a passare le fredde notti di quella stagione sotto le tende.
Ecco perché dai 14 gennaio ai 2 febbraio, ad ore due della notte, si suonano in Campli le campane, e ciascuna famiglia si gitta in ginocchio a pregare il Signore, onde tenga lontano somigliante flagello: ed in Teramo nel giorno 2 febbraio si sospendono maschere, festini e teatro
.» (Niccola Palma nella sua «Storia di Teramo»)


«- Roberto Grandini: Ora ditemi, quando questa nostra Patria ebbe principio, e forma di città.
- Giulio de' Fabricii: Già potrei dire aver udito da uomini giudiziosi e di conto, questa città essere più antica di Roma, e che dalli Troiani, che vennero con Antenore fosse edificata, ma non potendo ciò provare con autentiche scritture, ed avendovi Io promesso raccontare le cose, che si possono mettere in vero, per questo il lascio di dire
(Mutio De Mutij, 
«Della storia di Teramo dialoghi sette», Teramo, 1893, ma scritto nel 1596, Dialogo Primo tra Roberto Grandini e Giulio De Fabricj, pag. 13)

«La contea aprutina o latinamente de Aprutio, che noi qui tradurremo in Apruzio, o di Teramo, come oggi si direbbe, fu assai importante nell'alto Medioevo ed anzi, allo staccarsi che fece nella metà del secolo XII dal ducato di Spoleto, apparve nel celebre catalogo de' feudi normanni la più vasta del novello regno. … [Essa] forma l'anello di congiunzione tra il novello regno di Napoli e il vecchio Piceno, di cui sino allora dai tempi preromani sempre avea parte …»
(Francesco Savini, 
«La Contea di Apruzio», Roma, Forzani, 1905, Proemio) 

«La ruina del teatro d'Interamnia testimonia romanamente l'antica grandezza»
(Gabriele D'Annunzio)


«[...] La cattedrale di Teramo è una delle cose più singolari, più composite e insieme più schiette, che possegga l'arte italiana... il ricco portale cosmatesco e l'alta guglia gotica che lo corona slanciandosi al di sopra del cornicione, creano una dimensione nuova e rendono affatto inedita questa singolare facciata [...]»
(Mario Pomilio)

«[...]  Oggi quasi tutta moderna, Teramo è città agricola, e i proprietari delle terre conservano lo stampo dei confratelli marchigiani.
Gran parte delle maggiori famiglie locali è emigrata a Roma; rimangono avanzi latenti di questa tradizione storica ed umanistica, che illustrò il nostro Mezzogiorno, e che qui ebbe il maggiore esponente in un patrizio e proprietario terriero, Francesco Savini.
Patrizio, proprietario terriero e umanista: potrebbe essere un capitolo della vecchia Italia scomparsa.
Resta una buona biblioteca, fatta di lasciti privati.
Sono frequenti nei vecchi edifici di Teramo quelle «porte del morto» che abbiamo trovato nell'Umbria, ed in un'opera di Francesco Savini sugli edifizi teramani ne trovo una delle prime segnalazioni dotte, non leggendarie o popolari, nelle quali mi sia imbattuto.
«Curiosi», dice il testo, «appaiono nelle nostre case medievali quei portoncini assai prossimi ai soliti usci di via e che, detti porte dei morti, si aprivano in quei tempi alla sola uscita dei cadaveri e poi si rimuravano [...]»
(da «Viaggio in Italia» di Guido Piovene - 1950 - pag. 537)

ARTI & MESTIERI

La Cattedrale della città conserva uno degli esempi più alti dell'oreficeria abruzzese, il paliotto d'altare costituito da 35 formelle d'argento sbalzato.
Altri esemplari dell'oreficeria tradizionale sono conservati al Museo Civico di Teramo.
Da segnalare anche la produzione di strumenti musicali tradizionali (soprattutto fisarmoniche a 2 voci), ampiamente usate in occasione delle feste popolari.

DIALETTO

Il dialetto teramano (terramanë o terramà a seconda dei luoghi) è una varietà della lingua napoletana o napoletano-calabrese (da non confondersi con il dialetto napoletano) parlata nella città italiana di Teramo e in alcuni centri della sua provincia.


È da premettere innanzitutto che l'area teramana è la più settentrionale del dominio dei dialetti a vocale finale indistinta (il cosiddetto scevà, indicato con e o ə) ed è, insieme a quella ascolana, la saldatura con l'area della 3^ zona laziale-umbro-marchigiana a finale piena, che giunge fino alle frazioni meridionali dell'Aquila, alla Marsica occidentale, ad una parte del Basso Lazio, e, sul versante adriatico, presso il fiume Aso.
Il teramano appartiene, come tutti gli altri dialetti dell'area adriatica, alla famiglia abruzzese orientale, quella cioè della metafonesi parziale solo da -i: il dialetto della città, nonché quelli delle aree site un po' più a nord ma specialmente a sud, presenta i maggiori legami di affinità con il pescarese cittadino e rurale, per le vicende storiche che hanno accomunato le due zone, che per secoli hanno fatto parte di un'unica area amministrativa, quella dell'Abruzzo Ulteriore; per cui malgrado la maggiore vicinanza geografica con Ascoli Piceno e la sua provincia, le parlate teramane tendono a differenziarsi abbastanza visibilmente da esse, salvo che per il lessico, e a produrre, nell'area della Val Vibrata, i fenomeni linguistici più svariati ed interessanti, frutto di continue sovrapposizioni linguistico-fonetico-lessicali. (per ulteriori notizie clicca qui)


CURIOSITÀ & LEGGENDE
(Le Leggende riflettono la Storia di un popolo ma soprattutto gli aspetti della Vita della Comunità)

I passi del gigante
Gli avanzi monumentali che sorgono nelle vicinanze della città sono, chiamati Passi del Gigante Orlando.

il sor Paolo
Nel muro di una casa in Largo del Proconsole sta una statua romana, togata, molto rovinata è male dipinta.
Viene comunemente chiamata dai teramani il sor Paolo.

Il serpente di Eva
Una delle colonnine tornanti le 4 finestre a bifora della casa dei Melatini, unico esemplare di casa medioevale rimasto in città, e avvolta dalle spire del serpente che, nel paradiso terrestre, tentò Eva: il serpente ha una testa di donna.

La casa dei Catenacci
In via Vittorio Veneto c'è una casa risalente al 1300 che viene chiamata la casa dei Catenacci.
Su di essa una lapide porta questa scritta: «isto catenaccio non redie pro toto libertas venditur auro»

Per scongiurare un temporale
Quando si avvicina il temporale si usa esporre sull'uscio di casa la catena del camino, un ramo di palma benedetta è un po' di acqua santa.

Il fulmine al collo
Secondo la tradizione il fulmine, quando scende dal cielo, è una scheggia di ferro rovente e aguzza che, dopo aver distrutto le cose che incontra, si infossa nella terra per una profondità di 7 «canne».
Sepolta, la saetta diviene pietra senza peraltro perdere la sua forma originale, e risale alla superficie a gradi: una «canna» per anno.
Dopo 7 anni sarà visibile: chi la troverà potrà appenderla al collo: verrà preservato da ogni sorta di guai, e terrà lontano i guai anche da 7 case vicine alla sua.

San Donato
In tutta la provincia è diffusissimo un amuleto da portare al collo, fatto a mezzaluna e contenente l'immagine di San Donato, un Santo gibboso che è, secondo la credenza popolare, antistregònico per eccellenza, è efficace protettore contro il mal caduco.
La medaglietta-amuleto è quasi sempre dorata.

Il gatto e il tesoro
C'è, in una grotta chiamata “del cristiano”, in fondo ad un burrone, a meno di un chilometro da Corvara, un ricco tesoro custodito da uno spirito.
Una volta 3 uomini scesero fin laggiù e vi trovarono uno spirito, tutto nero come pece, che leggeva in un libro.
«Guardare e non toccare», disse senza scomporsi.
Gli uomini videro grandi mucchi di monete.
«Ma per prendere come si fa?» chiesero.
«Ci vuole un'anima piccina».
Allora i 3, che erano furbi, se ne andarono, e poi tornarono con un gatto tutto bene fasciato, che pareva un bambino.
Riempirono un sacco di denaro e se la batterono.
L'uomo nero andò a sfasciare il bimbo e trovo il gatto; inseguì i 3 furbi, li tempestò di pietre e si riprese il maltolto.

La Porta di ferro
Così la gente di questi posti chiama un enorme macigno, nella gola fra le montagne di Campli e di Civitella.
Esso sbarra l'entrata di una grotta contenente un tesoro: 3 mucchi di monete rispettivamente di rame, d'argento e d'oro.
In fondo alla grotta siede una fata vestita di bianco, e tesse, tesse in coltivazione. Un monaco, sempre ritto in piedi è sempre silenzioso, fa la guardia al tesoro.
La fata, con la sua bacchetta, può comandargli di aprire porta di ferro; ma per farsi aprire, bisogna tenere in mano un foglio su cui stanno scritti i precetti da osservare, i quali comandano di entrare nella grotta nel cuore della notte, e solo una volta ogni 3 anni, prendendo la prima volta monete di rame, la seconda monete d'argento, la terza monete d'oro.
Un avaro, riuscito ad entrare, volle cominciare dall’oro.
Mentre usciva, la porta di ferro gli si chiuse addosso: metà del suo corpo rimase dentro, l'altra metà fu sbalzata fin nel Salinello, le cui acque lo trascinarono nell'abisso.

Melinda la predestinata
Visse in una casetta miserabile sulle montagne intorno a Teramo, ed è morta 93enne nel 1962, la fattucchiera Melinda, che nacque settima di 7 femmine in una famiglia senza maschi, di 7 mesi, avvolta nella placenta, e ineluttabilmente condannata ad essere strega da questo disgraziatissimo concorso di presagi esercitò quella professione per tutta la vita.
Ha rievocato le sue vicende, in un articolo sul “Corriere della Sera” Dino Buzzati, che ha anche potuto spiegare lettori, vari sortilegi usati dalla strega: li ha saputi da Franco Mannocchia, direttore della “Gazzetta di Pescara”, al quale le aveva illustrati Melinda stessa.
Nonostante la sinistra professione, Melinda era una buona donna e preferiva fare del bene che fare del male; tuttavia, a fare il male era spesso costretta nel clienti. Possedeva quindi un testone di donna, intagliato in una radice d'olivo, completo di parrucca, nel quale conficcava chiodi per far diventare qualcuno cieco o sordo o pazzo.
Possedeva soprattutto una fattura a morte composta di sugo di radici bollite, infuso di alloro, sangue di porco bollito, sangue della donna o seme dell'uomo, che si volevano uccidere, erbe varie, trito di funghi velenosi; il tutto da usare in dosi minime per correggere il caffè della vittima predestinata.
Il trattamento durava 7 giorni, e doveva essere per forza infallibile: l'intruglio, esaminato da un laboratorio, si rivelò un potente veleno.
Per le fatture buone Melinda si faceva pagare con mazzi d’agli e qualche centinaio di lire, per le fatture a morte con mezzo maiale.

SANTO PATRONO

Berardo da Pagliara, detto anche Berardo di Teramo (Pagliara di Isola del Gran Sasso d'Italia, 1000 - Teramo, 19 dicembre 1122), Vescovo cattolico italiano.

Nacque dalla nobile famiglia dei Pagliara, nell'omonimo castello ubicato nei pressi di Isola del Gran Sasso. 

Alcuni dati essenziali sulla sua vita, come la donazione dei beni personali alla Chiesa, l'inizio del mandato episcopale e la data della morte, si trovano documentate nel Cartulario della Chiesa Aprutina.
La Chiesa cattolica lo venera come Santo e Patrono della città e della diocesi di Teramo.
La festa di San Berardo si celebra il 19 dicembre, giorno della ricorrenza della sua morte (il dies natalis).
Da ricordare l'usanza, più volte ripresa e abbandonata ed oggi ripristinata, da parte delle autorità municipali cittadine di offrire annualmente un cero in onore del santo.
Nel giorno della solennità di San Berardo, durante la Messa officiata dal Vescovo, il sindaco offre al Santo un cero, omaggio della comunità teramana da sempre devota al suo patrono.
Nel corso della cerimonia, è particolarmente suggestiva l'esecuzione del solenne Responsorio di San Berardo, scritto dal Maestro di Cappella della Cattedrale di Teramo Nicola Dati ed eseguito dalla corale.
Si tratta di un brano grandioso, eseguito una sola volta l'anno, dedicato al santo e alla città di Teramo:

«Si quaeris nunc Berardi / antistitis prodigia / claudis erexit membra / caecis donavit lumina.
Morbos dolores solvit / fugavit et procellas / pestem iramque populi fugavit / et terraemotus pressit.
Dicant et ista celebrent / omnes dioecesani / exteri atque incolae / dicant dicant Teramani.
Morbos dolores solvit / fugavit et procellas / pestem iramque populi fugavit / et terraemotus pressit.
Gloria Patri / gloria Filio / et Spiritui Sancto gloria.»


Al termine della cerimonia, il vescovo, sul sagrato della Cattedrale, benedice la città con le reliquie del patrono (busto e braccio)

Le sue spoglie furono sepolte a Teramo, nell'antica Cattedrale, all'interno della cappella oggi intitolata a Sant'Anna, cappella che fu tra i pochissimi edifici risparmiati dall'incendio che nel 1156 distrusse la città ad opera, sembra, dell'esercito normanno comandato da Roberto di Loritello.
Intorno al 1174 il corpo del Santo fu trasferito nella nuova Cattedrale, prima all'interno della cripta dove rimase per 600 anni e quindi, nel 1776, definitivamente sistemato nella cappella fatta erigere in suo onore a spese dei teramani.
Attualmente, il corpo di San Berardo è custodito nella tomba che si trova nell'altare della suddetta cappella all'interno della Basilica Cattedrale.
Fanno eccezione 2 sole parti del corpo del Santo, custodite all'interno dei 2 reliquiari d'argento, il "braccio benedicente", (1600) e il busto (1500), conservati in una cassetta di sicurezza ed esposti al pubblico in occasione della festa del Santo.  



La vita a Teramo si svolge in un'atmosfera serena, il corso principale, quello dei negozi, pedonale, dove si svolge lo "struscio"; il pomeriggio si anima di famigliole con bambini, giovani coppie, ragazzi dalle acconciature improbabili, madri con carrozzine, biciclette.
Poi sbocco nella piazza dove prospetta il retro della Cattedrale (Assunta e San Berardo) col suo campanile, il pomeriggio si anima di folla che passeggia, bambini che girano su una giostra dalle forme antiche, accanto ai portici sotto i quali gente seduta ai tavolini di eleganti bar discorrono sorseggiando caffè e aperitivi

Mi dirigo verso la stazione ferroviaria dal centro storico, procedendo di corso in corso; passato davanti alla Cattedrale, mi infilo in corso Cerulli che si restringe, più antico ma più suggestivo, fiancheggiato da bei palazzi, alcuni anche con rimanenze medievali; qualche passo e, in un vicoletto a sinistra una bicicletta attira la mia attenzione, poi sul fondo, la piccola facciata della chiesetta intitolata a Santa Caterina, sormontata da un campaniletto a vela completo di campanella.

Continuo per il corso Cerulli fino ad un suggestivo slargo su cui prospetta un portico di imitazione medioevale, Portico Savini, accanto alla chiesa di San Francesco.

Il corso cambia nome diventando De Michelli, fino a raggiungere la Porta Reale, detta dai teramani Porta Madonna, per via della piazza su cui prospetta. 
Qui è stato posizionato l'eroe dei due mondi, al centro della rotonda, con la spada sguainata, Garibaldi recuperato nel 2010 dai fondaci comunali.

STORIA
.
Periodo italico e romano. Popolata da tempi antichissimi, il territorio corrispondente all'odierna città era il principale centro della popolazione italica dei Pretuzi.
In seguito, essa venne conquistata dal Console Romano Manio Curio Dentato nel 290 a.C. (5 anni dopo la battaglia di Sentino), divenendo dunque un Municipio della Roma Repubblicana.
Avendo poi, al pari di tante altre regioni italiche, preso attivamente parte alla Guerra sociale (91-88 a.C.), Lucio Cornelio Silla la privò dunque del suo statuto di Municipio, che le fu in seguito restituito da Cesare.
Come Capitale del Pretutium, venne inserita nella V regio da Augusto: il Picenum.
Sotto il dominio imperiale conobbe un periodo di grande prosperità, testimoniato dalla costruzione, sotto Adriano, di templi, terme e teatri.

Le invasioni barbariche la esposero al sacco dei Visigoti nel 410 d.C., che la rasero al suolo.
Nel 568 avvenne la sua ricostruzione; soggetta ai Normanni, fu poi dominio vescovile, periodo che vide la costruzione della nuova cattedrale nel Trecento. Alla fine del secolo si costituì la signoria degli Acquaviva, che misero a tacere per un po’ le lotte intestine che caratterizzavano la vita sociale teramana. Occupata dai Francesi sul finire del XVI secolo, tornò agli Spagnoli e al Regno delle Due Sicilie di cui seguì le vicende fino all'Unità d'Italia.



Periodo medioevale. Saccheggiata e rasa al suolo dai Visigoti nel 410 venne rifondata nel 568, in seguito fu conquistata dai Longobardi entrando a far parte prima del Marchesato di Fermo e poi del Ducato di Spoleto
Nel frattempo si sviluppò una Contea autonoma, chiamata Contea Aprutium, dipendente dal Regno di Napoli, ma con autorità piena nel territorio circostante, escluso il Ducato di Atri.
Entrò, già dal 1140, a far parte del Regno di Sicilia sotto Ruggero, e quindi successivamente divenne la "Porta Regni" del regno di Napoli.
Contesa fra i Normanni e i Duchi di Puglia, Teramo fu quasi distrutta nel 1155, ma si risollevò nuovamente e, sotto la dominazione vescovile, godette di un periodo di relativo benessere testimoniato dall'edificazione della nuova Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Infatti la storica Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis è stata distrutta con il saccheggio Normanno, così come il vecchio campanile della Torre Bruciata, che assunse tale nome in ricordo del grande incendio.
Dal 1202 al 1292 la città vive un periodo abbastanza prospero, e vengono allargate le mura e la costruzione di Chiese, tra le quali l'odierna Sant'Antonio.
Nel 1233 Federico II di Svevia incluse Teramo nel nascente "Giustizierato d'Abruzzo", inserendola nella porzione dell'Abruzzo Citra.
Durante il dominio Angioino, Teramo conobbe un periodo di splendore; i signori della Diocesi Aprutina, i Vescovi Rainaldo Acquaviva, Niccolò degli Arcioni (1317), Stefano da Teramo (1335) e Pietro di Valle (1366), ricostruirono la città, che acquisì castelli, villaggi e, soprattutto, grandi privilegi concessi dai Sovrani, con i quali si costruirono Chiese, Conventi e palazzi; è in quest'epoca che il risveglio edilizio teramano si accentuò in maggiore misura.
Più che alle abitazioni private, le mire dei Magistrati e dei cittadini furono rivolte agli edifici pubblici di carattere civico e religioso, tanto nell'ambito della terra vecchia che in quello della terra nuova;
Del 1309 è la costruzione della Torre Campanaria di San Antonio a Teramo;
Sin dal 1323 un benemerito cittadino, Bartolomeo di Zalfone, ricostruiva e ampliava l'Ospedale che si chiamò di Sant'Antonio Abate.
Nel 1362 iniziò la costruzione del Palazzo Melatino per l'affermazione al potere della famiglia omonima.
A partire dal 1395 subì il dominio del Ducato di Atri, da quando il Conte di San Flaviano Antonio Acquaviva, si nominò Duca d'Atri e signore di Teramo.
Tuttavia, una serie di eventi negativi, culminati nel terremoto del 1380, le lotte intestine fra la famiglia dei Melatini e quella dei De Valle e il brigantaggio condussero la città a un profondo declino, dal quale non si risollevò né sotto la dominazione dei Signori d'Altavilla né sotto quelle successive di Francesi e Spagnoli.
Nel 1456, un forte terremoto danneggiò la città, come riferisce lo storico Muzio Muzii.

Epoca moderna. Nel 1504 entrò in possesso assieme ad Atri del dominio della Regina Giovanna di Napoli. 
Alla sua morte passò a Carlo V d'Asburgo.
Presto la rivalità accesa tra Teramani ed Atriani esplose e il 17 novembre 1521 gli Acquaviva presero d'assedio la città, risolsasi con l'apparizione dello spirito di San Berardo che mise in fuga gli assedianti.
Il 1700 e il 1800. Il 1703 e i successivi fino al 1706 furono molto duri per la città.
Il tremendo terremoto dell'Aquila del 1703 creò danni anche a Teramo, aggravati dalla povertà e da una nuova ondata d'epidemia, stavolta di colera.
Durante la conquista italiana di Napoleone Bonaparte nel 1798, L'Aquila e Teramo furono crudelmente saccheggiate.
I francesi non risparmiarono nemmeno le campane del Duomo, fondendole per i cannoni e sfregiandole con le scariche di baionetta.
Il 28 luglio del 1799 ci furono nuove scosse di terremoto, e il fatto che la cittadinanza di San Berardo avesse supplicato in Cattedrale l'arresto di nuove scosse e queste non siano successivamente avvenute, fu riportato nell'opera storica da Angelo De Iacobis, storico della città.
Nel 1799 ci fu la presa del potere da parte dei fratelli Fontana.
La vicenda dei fratelli Fontana è narrata sia dallo storico Niccola Palma che dal sacerdote contemporaneo Carlo Januarii.
Partiti da Penne alla volta di Teramo, giunsero avendo al seguito centinaia di rivoltosi alle porte del capoluogo, dove il figlio Carlo sfidò il De Donatis puntandogli contro un cannone posto in Corso San Giorgio e, dopo che questi aveva abbandonato la città, governando la stessa fino all'arrivo del generale Rodio.
Nel 1806, a seguito della divisione della Provincia di Abruzzo Ultra, Teramo divenne Capoluogo della neo istituita Provincia di Abruzzo Ultra I, mentre L'Aquila rimase capoluogo della Provincia di Abruzzo Ultra II. 
Nel 1832 ci fu la visita di Re Ferdinando II di Napoli.
Teramo continuò ad essere Capoluogo di Provincia anche dopo che, nel 1816, il Regno di Napoli (a seguito del Congresso di Vienna), assunse il nome di Regno delle Due Sicilie di cui seguì le sorti fino al 1860, anno in cui le truppe Piemontesi-Sabaude, attraversato il confine del fiume Tronto, penetrarono, senza dichiarazione di guerra, nel territorio del Regno e sconfissero l'esercito borbonico.
La fine del secolo fu segnata da diverse scosse di terremoto tra l'Abruzzo e le Marche, senza danni gravi. 

Il 1900. Nel 1927 il Governo Mussolini creò la Provincia attuale, suddividendo il territorio dell'ex Ducato di Atri (incluso nella provincia), e la fascia di terra dell'ex Distretto di Penne, passato alla fiorente città di Pescara, che ottenne anche il Borgo allora minuscolo di Montesilvano, mentre Silvi Alta fu ceduta a Teramo, che detenne l'amministrazione territoriale fino ai confini di Valle Castellana, Martinsicuro e Campotosto. Nel 1963, con la formazione della regione Abruzzo, Teramo sarà uno dei 4 Capoluoghi di Provincia.
Il 25 settembre 1943, truppe Tedesche giunte a Teramo si recano a Bosco Martese dove si scontreranno con gli uomini della Resistenza: l'episodio è ricordato come la "Battaglia di Bosco Martese", uno dei primi episodi della Resistenza in Italia.
Negli anni del Governo della Democrazia Cristiana, ci si adoperò per un massiccio piano di risanamento e modernizzazione della città.
Tuttavia tali interventi oggigiorno sono stati criticati per le numerose demolizioni di edifici storici, come il Teatro Comunale (1800) nel 1959 per la costruzione della Standa e vari edifici medievali e pubblici della città, e specialmente del Quartiere Santa Maria a Bitetto, che vennero sostituiti da palazzine moderne di scarso valore artistico.
Nel 1993 è nata l'Università degli Studi di Teramo, sede scorporata dell'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti. 



TERRITORIO
(Topografia e Urbanistica)

Teramo è situata nella parte settentrionale dell'Abruzzo, nella Val Tordino, in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso, che digrada verso la costa con una ricca vegetazione di vigneti e oliveti.
La città sorge alla confluenza del fiume Tordino con il torrente Vezzola che cingono il suo centro storico.
La sua collocazione tra i fiumi ha indotto i Romani a chiamare «Interamnia» la piccola città dei Pretuzi.
Il sito romano, della V Regione (Piceno), aveva Teatro ed Anfiteatro, di cui restano alcuni avanzi, e si stendeva tra la Cattedrale, via Vittorio Veneto e via Oberdan, e la Porta Reale.
La città medievale ha occupato la stessa area, lasciando come massima testimonianza la Cattedrale, ampliata in età Angioina, il periodo di massima prosperità nonostante le aspre lotte tra famiglie.
Dopo le signorie di Braccio da Montone e di Francesco Sforza nella prima metà del 1400, l'aragonese Alfonso il Magnanimo ricondusse Teramo sotto il dominio Regio Napoletano, di cui per 4 secoli seguì le sorti.
La città moderna si è estesa nell'area opposta, tra la Cattedrale e piazza Garibaldi, lungo l'asse di corso San Giorgio, mentre la più recente espansione residenziale si è sviluppata a Ovest di viale Mazzini, della Villa Comunale e presso la Stazione Ferroviaria, mentre in direzione di Giulianova è la zona industriale.
La città vanta un grande patrimonio artistico, incominciando dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta (1100), che troneggia nella piazza Orsini, ricavata dallo smantellamento dell'Anfiteatro Romano e dal Teatro del I secolo, testimonianze di una viva economia dell'antica Urbs Interamnia.
Oltre ai 2 monumenti romani, sono state rinvenute varie Domus e resti Repubblicani ed Imperiali.
Di recente, malgrado pesanti modifiche urbanistiche negli anni 1960, sono state rinvenute talune opere del passato romano nel Largo Sant'Anna, assieme al recupero della storica Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis (oggi Sant'Anna dei Pompetti).  


Il centro storico è a forma ellittica irregolare, attraversato nel centro, orizzontalmente, da 2 assi principali, il corso San Giorgio da sinistra e il corso De Michetti da destra, che si collega mediante il corso Cerulli alla piazza del Duomo.
Essi confluiscono nel punto focale del centro storico, ossia nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, con le due facciate che volgono a destra verso Piazza Orsini, e a sinistra a Piazza Martiri della libertà. 
Altra importante piazza è il Largo Torre Bruciata, detto anche Piazza Sant'Anna, dove si trova l'omonima chiesa, un tempo antica cattedrale di Teramo.
Nel corso dei secoli si sono creati altri slarghi e vie principali, specialmente con le demolizioni iniziate nell'800 e proseguite nel corso del '900 che hanno portato alla realizzazione di Piazza Verdi, Piazza Martiri Pennesi, Piazza Sant'Agostino, Piazza Giuseppe Garibaldi, Piazza del Carmine e Piazza Dante.
Oltre ai 3 principali corsi, Teramo nella zona sud, dietro il Convitto "Melchiorre Delfico", conserva il quartiere di Corso Porta Romana, con il complesso di San Domenico, che mediante via Vincenzo Irelli si collega al Piazzale del Teatro Tomano, oppure mediante via Stazio al Rione Santa Maria a Bitetto, fino al piazzale della Chiesa del Carmine.
Verso nord-est si trova il quartiere di Sant'Antonio, che è collegato alla zona di Sant'Anna dei Pompetti.
Il centro è lambito dalle vie della Circonvallazione Spalato, lungo il vecchio Quartiere di Santa Maria a Bitetto e il vecchio stadio, e la Circonvallazione Ragusa, che parte dal Largo di Porta Reale
All'imbocco dei 2 corsi ci sono il Largo Madonna delle Grazie, per il corso De Michetti, e la piazza Garibaldi per il San Giorgio.


Il Centro Storico di Teramo si divise in 4 rioni storici:

San Giorgio: parte detta di Terranova, a occidente, accessibile dal Corso omonimo da Piazza Garibaldi, che attraversa il quartiere fino a Piazza Martiri della Libertà, dove si trovano i 2 palazzi porticati e la facciata minore del Duomo

San Leonardo: storico quartiere della romana Interamnia, delimitato dal Corso Cerulli, Piazza Sant'Anna, Piazza Orsini.
Vi si trovano la Chiesa di Sant'Antonio di Padova, la Cappella di Sant'Anna e la vicina Domus di Largo Torre Bruciata, la Domus del Leone, la Casa Melatino, la Chiesa di San Luca, la Chiesetta di Santa Caterina, e l'ex Ospedale psichiatrico Sant'Antonio con Porta Melatina.
Termina nel Largo Madonna delle Grazie all'estremo oriente dell'asse viario Corso Cerulli-Corso De Michetti, mediante l'accesso di Porta Reale.

Santo Spirito: delimitato dal Corso di Porta Romana via Vittorio Veneto, Circonvallazione Spalato, Piazza Dante. Termina in Piazza Orsini, dove si trovano l'anfiteatro romano e il teatro, al confine con il rione San Leonardo
   
Santa Maria a Bitetto: il cuore di questo quartiere è delimitato da Piazza Verdi, Via Stazio, Via del Sole, con la piazzetta dove prospetta Casa Urbani.
Una considerevole porzione di questo storico quartiere è stata smantellata negli anni 1960 per realizzare nuove abitazioni moderne, si veda ad esempio la strada di via Savini.
Di storico si conservano l'ex Chiesa di Santa Maria ad Bitectum e la Chiesa Parrocchiale del Carmine.

ITINERARI DEL GUSTO - PRODOTTI DEL BORGO
(In questa sezione sono riportate le notizie riguardanti prodotti agroalimentari e prodotti tipici)

Teramo, matrice contadina

Geograficamente il Teramano va dalla costa al mare, ovvero dall'Adriatico al Gran Sasso, attraverso una vasta area collinare, scandita dalle 3 grandi Valli del Tronto (al confine con le Marche), del Tordino e del Vomano.
In tavola, tra Vini sui colli in vista del mare, Formaggi e prodotti del Bosco guardando la montagna, la sintesi è data dalla sapida cucina contadina del capoluogo, considerata un po' la “madre" di tutta la Gastronomia Abruzzese dalle "Scrippelle 'mbusse", crespelle ripiene di formaggio grattugiato, all'Agnello "a cacio e uova" o "a cotturo".
I Vini sono, il diffuso e tradizionale e Montepulciano d'Abruzzo
(rosso, anche nel tipo Cerasuolo) e Trebbiano d’Abruzzo (bianco) nella specifica Colline Teramane, e la più recente e innovativa DOC Controguerra; l'Olio Extravergine di Oliva Petruziano delle Colline Teramane.
Dei prodotti che vengono dalla montagna, alcuni sono deliziosamente spalmabili come la Ventricina Teramana o di Crognaleto, salume ad alto tenore di grasso, insaporito con spezie e peperoncino, o il Pecorino Marcetto, cremoso, di tenue colore rosa pallido, ma odore penetrante e piccantissimo.
Altri prodotti provenienti dall'alta Valle del Vomano e dai Monti della Laga e il Gran Sasso sono i Funghi, i Tartufi neri, le Castagne, i Pecorini locali, l'Amaro Gran Sasso.


Teramo, quindi, a partire dagli anni 1950, ha visto un notevole incremento della produzione agricola grazie al circostante territorio pianeggiante che permette la coltivazione di vari ortaggi, legumi, e soprattutto di vigneti.
La produzione principalmente, come detto, riguarda quella del vino. 
Sviluppata è anche l'attività della pesca in acqua dolce, essendo la città vicino al fiume Vomano.

ITINERARI DEL GUSTO - PRODOTTI DEL BORGO

La Gastronomia Teramana è piuttosto ricca e varia e trae origine da antiche tradizioni contadine.

Un rituale propiziatorio si celebra all'arrivo della primavera, ogni 1 maggio, con la preparazione delle virtù, un piatto le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando, alla fine dell'inverno, le contadine univano alle primizie portate dalla buona stagione ciò che era rimasto nelle dispense delle scorte invernali.
La preparazione, che secondo la tradizione dura 3 giorni e 3 notti, è alquanto laboriosa perché i numerosi ingredienti (fave e piselli freschi, lenticchie, ceci, fagioli, indivia, carciofi, spinaci, cicoria, bietole, cime di rape, cuori di sedano, zucchine, aglio, cipolla, erbe aromatiche, prosciutto, cotenna, orecchio e piedini di maiale, cotiche, pallottine) vanno cotti separatamente, e solo alla fine si possono amalgamare con la pasta, di vari tipi e colori, che dovrebbe essere fresca anche se sono molto comuni le paste secche e i tortellini.



Un altro piatto principe della cucina teramana sono i Maccheroni alla chitarra o Chitarra con le pallottine, nonostante il nome si tratta di una sorta di spaghetti a sezione quadrata che si ottengono pressando la sfoglia di pasta sulla chitarra: un attrezzo tradizionale abruzzese costituito da fili d'acciaio tesi, accostati parallelamente, su un'intelaiatura di legno.
Una caratteristica di questo piatto è nel sugo ricco di carne sotto forma di pallottine: piccolissime polpettine di carne mista preparate a mano e fatte soffriggere.

Un altro elemento tipico della cucina locale sono le scrippelle: sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; tanto simili alle crêpes francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltralpe al seguito dei loro eserciti.
Le "scrippelle" sono alla base di 2 dei piatti fondamentali della cucina teramana, ovvero le «scrippelle mbusse» (sottili frittatine arrotolate e immerse in un leggero brodo di gallina dopo essere state cosparse di parmigiano), e il timballo di
«scrippelle».
I ravioli ripieni di ricotta con zucchero e cannella, i «papicci» (tagliolini sottili al sugo di pomodoro), la «‘ndocca ‘ndocca» (zuppa di cotenne di maiale), il classico piatto povero dei contadini nel quale si utilizzano tutte le parti del maiale (orecchie, muso, cotenna, piedi, costate) che non possono diventare prosciutti o salumi; la «pastuccia» (stufato di polenta con salsicce, uova e pecorino grattugiato), la Pinsa teramana, un pizza leggera e croccante di forma rettangolare creata con farine speciali.
Un primo piatto caratteristico del teramano è la zuppa di ceci, funghi e castagne.

Le saporite mazzarelle vengono preparate con una foglia di indivia legata con un budellino che avvolge pezzetti di coratella d'agnello (fegato, cuore e polmoni), con cipolla, aglio e prezzemolo, possono essere semplici o con il pomodoro; il tacchino alla canzanese (in gelatina), le triglie ripiene, i calamaretti agli scampi (calamari imbottiti  con una farcia di scampi mescolati a pane grattugiato, aglio, olio e prezzemolo), la capra alla neretese, il pollo alla Franceschiello (cucinato a spezzatino con aromi, olive bisnche e sottaceti).
Non mancano i tipici arrosticini, in dialetto rustell, presenti soprattutto nei territori teramano e pescarese.

Tra i dolci:
«pampretuzio», dolce Gran Sasso; i «caggionetti», tipico dolce abruzzese a forma di raviolo, una sfoglia leggerissima, i caggiunitt‘ teramani hanno un ripieno di castagne, insieme ai classici cioccolato, mandorle tostate, cedro candito, buccia di limone, rum e cannella; «Li papatill» o Pepatelli, (tipici del periodo natalizio come i caggionetti) sono preparati con farina mista bianca e integrale, mandorle miele e pepe in polvere con l'aggiunta di scorza d'arancia; li papatill risultano durissimi per cui vengono tagliati in fette sottili che hanno una forma che ricorda i cantucci toscani.
Ancora li
«sfujatell», le sfogliatelle, che si differenziano da tutte le altre perché anticamente venivano preparate dalle pazienti massaie, con la marmellata d'uva fatta in casa; al giorno d'oggi si utilizzano anche altre marmellate.
Si aggiungono mandorle e cacao in polvere e questo ripieno va poi messo dentro una sfoglia che una volta cotta avrà la tipica forma di mezza luna sfogliata.

ITINERARI e LUOGHI
(Culturali, Turistici, Storici, Archeologici, Naturali)


Cattedrale di Santa Maria Assunta. Il Duomo di Teramo fu voluto dal Vescovo Guido II; la sua costruzione iniziò nel 1158 e fu dettata dalla necessità di ricostruire la città che era stata distrutta e data alle fiamme, ivi compresa l'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis.
La chiesa mostra influenze stilistiche sia romaniche che gotiche ed ha la particolarità di avere due facciate contrapposte.
Quella più spettacolare guarda su piazza Orsini ed ha il caratteristico coronamento orizzontale di gran parte delle chiese d'Abruzzo; qui la facciata orizzontale è decorata da una merlatura ed interrotta dallo slanciato timpano che partendo dal portale centrale si sviluppa in altezza per tutta la facciata ed oltre, slanciando e movimentando notevolmente l'insieme. 
L'imponente portale strombato è decorato da un fregio con mosaici che accolgono angeli musici e da colonne e colonnette a tortiglione, sostenute da due leoni accovacciati.
L'altra facciata, opposta a quella principale, guarda su piazza Martiri della Libertà; è meno eclatante, con stile più semplice e lineare. 
La porta di accesso, collocata al termine della scalinata, è una falsa porta che serve di abbellimento. 
All'interno dello spazio della luce del finto varco, dall'anno 2000, è stata inserita l'opera bronzea eseguita dal giuliese Venanzo Crocetti che rappresenta l'Annunciazione.
L'interno dell'imponente edificio è scandito da tre navate con colonne ed arcate a tutto sesto di notevole slancio. 
L'altare mostra un'opera di gran pregio: un paliotto d'argento formato da trentacinque lamine d'argento dorato, sbalzate e cesellate, raffiguranti episodi della vita di Cristo, lavoro quattrocentesco dall'incisore Nicola da Guardiagrele. 
Altra grande opera è il Polittico di Sant'Agostino di sedici tavole, pure quattrocentesco, del veneziano Iacobello del Fiore.
Dà prestigio alla cattedrale, oltre all'innegabile bellezza della chiesa, anche il campanile che costituisce uno dei migliori esempi di gotico lombardo esistenti in Abruzzo. 
Fra Millecento e Milleduecento fu realizzata la parte inferiore; nel Trecento gli furono aggiunti due piani.
Nel Quattrocento la guglia a forma ottagonale, i cui angoli sono sormontati da cuspidi o piccole torri.


Musei
I principali musei di Teramo sono:

Archeologico Francesco Savini, di fianco alla Biblioteca Delfico.



Civico di Teramo
del Gatto "Paolo Gambacurta"
Il 20 dicembre 2016 è stato inaugurato a Teramo, nella medievale Casa Urbani in vico del Pensiero, il Museo del Gatto “Paolo Gambacurta”, nato dalla passione del collezionista teramano, dal ricordo delle sorelle Rita e Bianca Maria che hanno donato la collezione all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”, dall’appoggio del Comune di Teramo che ha messo a disposizione la dimora storica e dal sostegno economico della Regione Abruzzo.
La collezione, si articola in un curioso percorso museale curato dalla dott. ssa Paola Di Felice e dall’architetto Antonietta Adorante, che raccoglie intorno al felino sculture, soprammobili, dipinti, stampe, incisioni, cartoline, francobolli, maschere, carte da gioco, poster, libri e altro materiale, ampio ed eterogeneo, scelto in tutto il mondo.
Fisica e astrofisica 'Galileium', realizzato a cura dell'INFN e del comune di Teramo a cui collabora anche l'Osservatorio astronomico d'Abruzzo.
Pinacoteca Civica, nei pressi della Villa Comunale, in Viale Bovio.
Palazzo Melatino, sede della Fondazione Tercas, dove vengono conservate numerose opere d'arte.

Palazzo Melatino (1200) può essere considerato il più importante esempio, ancora esistente, di edificio signorile medievale della città di Teramo.
Di proprietà della famiglia Savini dal 1800 fino al 1996, l’edificio è stato acquistato dalla Fondazione Tercas con lo scopo di farne la propria sede.
Una locazione del vescovo Silvestro del 22 settembre 1232, a favore di Matteo di Melatino e di Roberto della Torre con l’obbligo di fedeltà al Vescovo e di residenza, ed un atto del 1236 rogato nel palazzo Melatino, permettono di supporre che la casa fu comprata o edificata dalla nobile famiglia  teramana in questi anni.
Per le altre cose da vedere vai a Wiki Voyage

Siti Archeologici

Teatro Romano: nel centro storico di Teramo sono presenti i resti del teatro romano; gli studiosi datano la sua costruzione nel II secolo d.C. ed è considerato quello meglio conservato tra tutti i teatri del piceno. 
Dista pochi metri dall'Anfiteatro Romano, caso quasi unico al mondo.

Anfiteatro Romano: resti dell'anfiteatro romano, databile al I secolo d.C.

Necropoli di Ponte Messato: nel quartiere Cona vi è il Parco Archeologico di Ponte Messato dove sono visibili una strada romana e tombe.
Di origine pre-romana e ampliata nel periodo romano, si sviluppa ai lati dell'antica strada lastricata, contornata di monumenti, da qualcuno chiamata anche Via Sacra d'Interamnia (con le dovute proporzioni una sorta di Via Appia teramana per le analogie con la via Appia Antica nei pressi di Roma).

Domus e Mosaico del Leone: tra gli emblemi della storia archeologica teramana è da annoverare il Mosaico del Leone, rinvenuto nel 1891 durante i lavori di costruzione di palazzo Savini in Corso Cerulli. 
Destinato ad arricchire il pavimento di una Domus Patrizia (Domus del Leone), il Mosaico del Leone è databile intorno al I secolo a.C., così come quelli, simili nella fattura, rinvenuti a Pompei e nella Villa di Adriano a Tivoli.
È stato universalmente riconosciuto come uno degli esempi più alti dell'arte del mosaico.

Sito Archeologico di Torre Bruciata: in piazza Sant'Anna, al fianco della Chiesa omonima, si trovano i resti di una sontuosa Villa Romana databile al I secolo a.C.

Sito Archeologico di largo Madonna delle Grazie: resti di abitazioni romane di età augustea e di un impianto industriale.

Domus di Vico delle Ninfe: resti di un'antica pavimentazione a mosaico, risalente ai primi secoli d.C.


Aree Naturali

Parchi fluviali del Tordino del VezzolaNell'alveo di ciascuno dei 2 fiumi che cingono il Centro Storico della città, è stato creato un Parco Fluviale con un percorso ciclopedonale: quello del Parco del Tordino è lungo oltre 4 km e quello lungo il Parco del Vezzola è di circa 2,5 km.
I 2 parchi sono collegati tra loro a formare un anello; a valle il collegamento è assicurato da un ponte di legno a doppio arco, a monte il percorso attraversa (superando un dislivello di diverse decine di metri) il bosco nel Quartiere del Castello.
Nel 2010 è stato prolungato e completato il collegamento ad anello tra i 2 parchi della lunghezza complessiva di circa 10 km, con un percorso nel bosco del Quartiere del Castello, attraverso anche i quartieri Fonte Baiano e Piano Solare.


Villa Comunale e Giardini del centro storico
 


Un'area verde intitolata al cantautore teramano Ivan Graziani è sita fuori Porta Reale, di fronte al Santuario della Madonna delle Grazie, nel cui parco sono presenti anche siti archeologici e il monumento alla Resistenza dell'artista Augusto Murer (inaugurato il 23 aprile 1977).

Altro parco cittadino fuori le antiche mura è la Villa Comunale, dedicata a Stefano Bandini (medaglia d'oro al valor civile), confinante con piazza Garibaldi e con viale Bovio.
Il progetto risale al periodo tra il 1882 ed il 1884 e comprende un ameno laghetto.

«... la villa è li davanti a me, in quest'alba d'estate....prigioniera dentro la sua rete ....» (Ivan Graziani, Signora bionda dei ciliegi)

Una fascia verde cittadina è quella comunemente detta "I Tigli", lungo viale Mazzini, dove sono presenti anche essenze pregiate come il ginkgo biloba.
Il viale centrale è intitolato allo storico e politico Carino Gambacorta.
Il largo posto alla fine del viale centrale è invece intitolato allo scultore Venanzo Crocetti, dove vi sono collocate alcune sue opere aventi per tema i Caduti di tutte le guerre (inaugurate nell'aprile 1972): 4 gruppi scultorei, di cui 3 di contorno, che vogliono rappresentare le armi di terra, di mare e di cielo e il quarto, al centro, che simboleggia il Cavaliere della Pace. 

 
CULTURA

La Cittadella della Cultura costituirà uno dei punti di riferimento per lo sviluppo socio-culturale della comunità aprutina (Teramo ed i Comuni del territorio).
Il termine “CITTADELLA “non deve far pensare alla inespugnabilità , al chiuso: viceversa, dev’essere l’esaltazione della aggregazione, dell’incontro, della discussione costruttiva.
Una struttura aperta al territorio, permeabile a quanti più soggetti possibili, viva quindici ore al giorno, pulsante di attività e di ricerche ‘nel fare’, che si qualificherà sia per l’azione di stimolo, coagulo e sinergia, che sarà capace di esercitare attraverso promozioni, partnership, collegamenti, con gli altri punti di riferimento e ‘nodi’ componenti la rete del territorio.
L’obiettivo è quello di favorire quella ‘contaminazione dei saperi’ e quel ‘coinvolgimento nel fare’, che rappresentano una delle espressioni più completa del termine ‘cultura’.
La Cittadella contribuirà ad abituare i giovani a non concepire barriere tra le varie aree di studio, così come accade tra i vari campi del sapere.

 Biblioteche

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Biblioteca regionale Melchiorre Dèlfico - è la principale biblioteca di Teramo (via Melchiorre Dèlfico 16), dove si trova anche l'Archivio Fotografico Domenico Nardini 
Il Fondo Muzio Muzii (Campli 1898 - Teramo 1971), avvocato e direttore della Biblioteca Dèlfico dal 1952 al 1968, raccoglie una piccola collezione di fotografie di argomento ecclesiastico donate alla Biblioteca da Muzii che, come fotografo dilettante, è anche l'autore della maggior parte delle immagini.
La raccolta consta di 1438 fotografie (albumina bromuro d'argento su carta), quasi tutte in b/n

- Biblioteca dell'Osservatorio astronomico Collurania d'Abruzzo
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Biblioteca dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise
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Biblioteca del Convento della Madonna delle Grazie
- Biblioteche dell'Università degli studi di Teramo
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Biblioteca dell'Ospedale Psichiatrico di Sant'Antonio Abate - oggi conservata presso il Dipartimento di salute mentale in via Nicola Palma

Osservatorio Astronomico d'Abruzzo

Sorge sulle colline prospicienti, a 4 km da Teramo. (vai al sito)
Fu fondato nel 1890 dall'astronomo teramano Vincenzo Cerulli che poi lo donò allo Stato nel 1917.
Dal suo telescopio, il 2 ottobre 1910, Cerulli scoprì un asteroide a cui diede il nome Interamnia (l'antico nome latino di Teramo).

Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise

L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise (IZSAM), intitolato allo storico direttore Giuseppe Caporale, è uno dei dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani e ha competenza sulle Regioni Abruzzo e Molise.

Società psicoanalitica italiana

 
venne fondata nel 1925 all'interno dei locali dell'ospedale psichiatrico, ad opera di Marco Levi Bianchini, docente presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e direttore dell'ospedale psichiatrico di Teramo.



Scuola Montessoriana

Nel 1909, presso le scuole elementari della città, all'epoca situate in prossimità del Duomo, in un edificio prossimo al Palazzo del Seminario (demolito negli anni '30 nell'ambito degli interventi di isolamento della Cattedrale e per consentire altresì l’apertura dell'attuale via di San Berardo), fu attivata la Scuola Montessoriana, collocando Teramo fra le prime città italiane ad ospitare istituti di educazione primaria che applicavano il metodo pedagogico di Maria Montessori. A decorrere dal 1915, in concomitanza con l'avvio del primo conflitto mondiale, la Scuola Montessoriana venne dapprima sospesa e successivamente soppressa.


 Università

Istituto Europeo di Musica


Svolge attività nel settore della musica classica, della danza e del teatro, con campus urbani, nelle città maggiori europee.
La struttura inoltre mantiene in veste di rappresentanza i contatti con le istituzioni accademiche di altri continenti. (vai al sito)

Università degli Studi di Teramo


L'UniTE è nata nel 1993 per scorporo dall'Università "G. D'Annunzio" di Chieti; al 2010, conta cinque facoltà (Giurisprudenza, Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali, Medicina veterinaria, Scienze della Comunicazione e Scienze Politiche), 24 corsi di laurea, 35 Master, 6 Scuole di specializzazione e 10 Dipartimenti.

Università Adriatica

Ha sede a Teramo ed è presente sul tutto territorio nazionale online.
Diffonde e promuove i corsi di UNITELMA SAPIENZA presso le proprie strutture.
Al 2012, conta le facoltà di Giurisprudenza e di Economia


Letteratura

Teramo ha conosciuto la letteratura con lo storico
e poeta Muzio de' Muzii, (Teramo, 1535 - Teramo, 20 novembre 1602), il quale scrisse una "Storia di Teramo in Dialoghi sette", pubblicata però solo nel 1893 da Giacinto Pannella.
Si tratta della prima monografia riguardo le vicende storiche della città, scritta in forma dialogica, e con alcuni errori storici, poiché Muzio si concentra più sul riportare aneddoti e particolarità avvenute nelle vicende storiche della città, piuttosto che basarsi su fonti autorevoli.
L'opera comunque rimane un punto di riferimento nel raccontare certe particolarità che all'epoca della seconda monografia storica di Niccola Palma (Campli, 28 luglio 1777 - Teramo, 20 ottobre 1840) presbitero, storiografo e storico italiano,
erano andate già perse.
Il Palma scrisse in 4 volumi la Storia ecclesiastica e civile della Regione più settentrionale del Regno di Napoli nominata Aprutium, e riguarda sin dalle origini fino alla rivoluzione francese del 1799 con Melchiorre Delfico (Montorio al Vomano, 1 agosto 1744 - Teramo, 22 giugno 1835) filosofo, economista, numismatico e politico italiano, dei fatti non solo di Teramo, ma anche della provincia circostante, in particolare parlando di Campli, Civitella del Tronto e Giulianova.

Giannina Milli (Teramo, 24 maggio 1825 - Firenze, 8 ottobre 1888) scrittrice, poetessa estemporanea ed educatrice, Raffaele Aurini (Teramo, 2 marzo 1910 - Teramo, 27 febbraio 1974) è stato un bibliotecario, storico e bibliografo, Fedele Romani (Colledara, 21 settembre 1855 - Firenze, 16 maggio 1910) scrittore, poeta e linguista italiano.


Nel 1589 i fratelli Facij impiantano a Teramo la prima tipografia e pubblicano il trattato: "Descrittione del Sacro Monte di Varale di Val di Sesia": "Sopra il quale si vede, come in vna noua Gerusalem, il sepolchro del n.s. Giesu Christo, et molti altri luoghi pij, ad imitatione di Terra Santa, con infinite figure, statue, et pitture bellissime.
Con li misterij fatti da poco tempo in qua, et vn'ordine e somma, che contiene insieme quello ancora che si gli ha da fare".

 


CIAK SI È GIRATO A Teramo

L'uomo fiammifero (2009) del regista Marco Chiarini, David di Donatello per il migliore regista esordiente, David di Donatello per i migliori effetti visivi VFX

Il film è stato girato in Abruzzo nei dintorni di Teramo, Castellalto e Cermignano
 


Colpo d'occhio di Sergio Rubini (2008)
Il film è stato girato a Berlino, Torino, Roma, nel centro storico di Teramo, a San Mauro e San Lorenzo di Montorio al Vomano, Civitella del Tronto e nei castelli di Moransengo e Rivara.



MEMORIA DI DONNE e UOMINI
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Ivan Graziani (cantautore) (sabato 6 ottobre 1945 - mercoledì 1 gennaio 1997 a 51 anni) - abruzzese (ma di madre sarda), dopo aver masticato musica fin da piccolo - in particolare il rock - Ivan Graziani fonda negli anni '60 il gruppo degli "Anonima sound", dopo il diploma di arti grafiche preso più per dovere che per convinzione.
Con il gruppo partecipa al Cantagiro del 1967 con il brano "Parla tu", classificandosi ultimo; i ragazzi si rifanno però l'anno dopo con "L'amore mio, l'amore tuo", che ottiene un buon piazzamento nella sezione complessi.
Ivan riesce infine ad incidere, sempre con il suo gruppo, cinque 45 giri di mediocre successo.
L'esser però riuscito ad entrare nel mondo della musica a livello professionistico gli apre le porte a numerose collaborazioni. 



Giacinto (detto Marco) Pannella (politico, fondatore del Partito Radicale) (venerdì 2 maggio 1930 - giovedì 19 maggio 2016 a 86 anni) - Leader dei radicali italiani per quasi 40 anni, varie volte deputato al Parlamento europeo e a quello italiano, il suo nome di battesimo è Giacinto Pannella.
Laureatosi in giurisprudenza a soli 20 anni è poi diventato giornalista professionista.
Naturalmente, però, è da tutti ricordato come il fondatore, Segretario e Presidente del Partito radicale e della Lista Pannella, nonché cofondatore del Partito radicale transnazionale.

A 20 anni, incaricato nazionale universitario del Partito liberale; a 22, Presidente dell'UGI (Unione Goliardica Italiana, associazione delle forze laiche studentesche), a 23, Presidente dell'Unione nazionale degli studenti universitari (UNURI).

Nel 1955 è tra i fondatori del Partito radicale, un raggruppamento che si fregiava del motto "un partito nuovo per una politica nuova", assieme ad un prestigioso gruppo di intellettuali e di politici democratici, liberali e socialisti (fra i quali è doveroso ricordare Valiani, Calogero, Scalfari).



Marco Pannella e il Partito Radicale

Il Partito radicale inizia le sue attività nel 1956: Marco Pannella vi si impegna subito a fondo. Con questa formazione affronterà la sfortunata campagna elettorale condotta nel 1958 assieme ai repubblicani. Nel 1959, su "Paese Sera", propone l'alleanza di tutte le sinistre e l'ipotesi di un governo che comprenda anche il PCI.

Nel 1960 è corrispondente de "Il Giorno" da Parigi, dove intreccia attivi rapporti con la resistenza algerina; ma quando il partito radicale, travolto dalle divisioni interne e soprattutto dall'avvento del centro-sinistra, entra in crisi e rischia il definitivo scioglimento, torna a raccogliere, assieme a pochi amici e aderenti alla corrente di "sinistra radicale", la difficile eredità e nel 1963 assume la segreteria del Partito radicale.

Nel 1965 inizia la campagna divorzista, una battaglia che sembrava persa in partenza ma che, proprio grazie all'assidua opera di sensibilizzazione radicale, ha visto trionfare i "sì", a dispetto delle quiete certezze dell'allora partito della Democrazia Cristiana (di evidente ispirazione cattolica). Intanto sviluppa una intenso dialogo con Aldo Capitini sul significato e le forme della nonviolenza, per il rinnovamento della politica non solo in Italia. L'anno dopo viene arrestato a Sofia, dove si è recato per protesta contro l'invasione della Cecoslovacchia. Quello è anche l'anno del primo grande digiuno gandhiano, condotto assieme a numerosi altri militanti nonviolenti.

Gli anni '70 e '80

Nel 1973 Marco Pannella fonda e dirige il quotidiano "Liberazione", che uscirà dall'8 settembre 1973 al 28 marzo 1974. 

Il Partito Radicale avvia la campagna sull'aborto e per la liberalizzazione delle droghe leggere.

Nel 1976 viene eletto per la prima volta alla Camera (sarà rieletto nel 1979, nel 1983 e nel 1987) e poco dopo scoppia il caso Moro, l'evento traumatico della politica italiana. 

Fra garantisti e "linea dura" con i terroristi, Pannella sceglie la prima posizione, affiancato in questo dallo scrittore siciliano Leonardo Sciascia al quale, per le elezioni del 1979, Pannella personalmente offre la candidatura alla Camera e al Parlamento europeo, che lo scrittore accetta.


Grazia Scuccimarra (Teramo, 26 dicembre 1944) è una scrittrice, docente, attrice e regista teatrale italiana.

Laureata in Giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma, insegna Diritto ed economia nelle Scuole Superiori.
Fin dall'adolescenza ha coltivato la passione per la scrittura, tanto che giò a 17 anni era corrispondente per il "Corriere della Sera".

La passione per la musica l'ha portata a scrivere testi per canzoni, con il sogno nel cassetto di diventare cantante.
Ha iniziato la sua carriera a Roma nel Folkstudio in Trastevere trampolino di tanti cantanti come De Gregori e Venditti.
Il proprietario del locale, il signor Cesaroni, dopo averla ascoltata cantare le diede la spinta nell'indirizzare e valorizzare la vocazione per il cabaret.

Nel 1979, all'età di 32 anni, sposata e con 2 figli, affittò il Teatro Leopardo a Trastevere e cominciò a esibirsi portando in scena il suo primo lavoro teatrale "Successo", un testo che ironizzava sulla smania di successo nel mondo dello spettacolo; dello spettacolo scrisse il testo, curò la regia e la scenografia, scelse le musiche e naturalmente ne fu l'interprete principale.
L'iniziativa confermò che la carriera intrapresa era quella giusta e da quel momento portò in scena nuovi spettacoli da lei scritti e interpretati, mediamente al ritmo di uno all'anno; attualmente sono 26 gli spettacoli comico-satirici messi in scena, tutti ampiamente apprezzati dalla critica e dal pubblico.

Ha partecipato come opinionista a diverse edizioni del "Maurizio Costanzo Show".
Dal 1990 al 1995 è stata Consigliere Comunale a Teramo per la lista "Civica, laica e verde" guidata all'epoca da Marco Pannella; dello stesso gruppo consiliare, in quegli anni, fece parte anche il cantautore Ivan Graziani.

Nel 2005 ha ricevuto il premio della Società Dante Alighieri per la cultura, e insignita del premio per la legalità "Paolo Borsellino".

Di lei si è scritto che «usa gli strumenti che le sono più congeniali: la satira, la pungente ironia appuntata soprattutto a se stessa, l'allegria che a volte si fa malinconica ed amara» (clicca per altre notizie)



Vincenzo Cerulli (Teramo, 20 aprile 1859 - Merate, 31 maggio 1927) è stato un astronomo e matematico italiano.

Esponente di una delle più antiche famiglie abruzzesi, compì i suoi studi presso il Liceo Ginnasio della città di Teramo, dove nel 1876 conseguì la maturità classica. Si iscrisse quindi all'Università di Roma e si laureò in fisica nel 1881.

Dopo un tirocinio quadriennale in Germania presso gli osservatori di Bonn e di Berlino, tornò in Italia, frequentando come volontario l'Osservatorio del Collegio Romano, dove compilò con Elia Millosevich un catalogo di 1291 stelle.

Nel 1890 fondò presso Teramo un osservatorio privato, da lui battezzato Osservatorio astronomico di Collurania e oggi divenuto Osservatorio astronomico d'Abruzzo, dotato di un rifrattore Cooke di 40 cm di apertura.
Qui, fu autore di molte osservazioni del pianeta Marte, grazie alle quali fu tra i primi sostenitori della teoria (poi rivelatasi fondata) che i famosi canali di Marte, osservati da Giovanni Schiaparelli, non fossero reali ma delle semplici illusioni ottiche.

Legò il suo nome alla scoperta dell'asteroide 704 Interamnia, dal nome latino della città di Teramo, individuato il 2 ottobre 1910 dall'Osservatorio di Collurania, rivelatosi poi uno dei maggiori asteroidi (il quinto per diametro) della fascia principale.
Partecipò inoltre alla campagna per la determinazione della parallasse solare attraverso osservazioni dell'asteroide 433 Eros.

Nella sua attività fu tra i primi a usare largamente la fotografia negli studi astronomici.

Rivestì numerose cariche nazionali e internazionali e fu Presidente della Società Astronomica Italiana.
Fu iniziato in Massoneria nell'ultimo quarto dell'800 nella Loggia Melchiorre Delfico di Teramo


TRADIZIONI - EVENTI - FOLKLORE
(Con il termine «Folklore» si intende l’insieme degli usi, abitudini, tradizioni, comportamenti, linguaggi di un popolo; insomma gli aspetti più caratteristici e suggestivi della vita di una Comunità)

Sacra festa dei Trionfi - rievocazione storica medievale che si svolge alla fine di luglio
Consiste nel riunire in piazza Martiri della Libertà, presso la Cattedrale, i quartieri storici di Teramo, tra i quali San Leonardo e Santa Maria a Bitetto, per la tenzone dei rioni (giochi medievali con gare), con sbandieratori, sfilate di processione e canti.

Settimana Santa di Teramo: rito cristiano è molto antico, risalirebbe al 1200. Durante la preparazione dei sacri riti, vengono addobbate le principali parrocchie del centro (il Duomo, la chiesa delle Grazie, la chiesa di Sant'Antonio, la chiesa del Carmine, la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa di San Domenico e quella di Santo Spirito).



Il Venerdì Santo prevede una processione della statua della Vergine "Desolata" sin dal primo mattino per le vie della città, di chiesa in chiesa, partendo da quella di Sant'Agostino (dopo il terremoto del 2009 è stata scelta la chiesa di Sant'Antonio) alla ricerca simbolica della statua del figlio Cristo. 
Al ritrovo del figlio nella chiesa di Santo Spirito, la processione si ripete, sino alla messa finale nel Duomo. 
La domenica di Pasqua, ogni chiesa celebra una messa speciale, portando in trionfo la statua del Cristo risorto. 
La messa speciale presieduta dal vescovo si tiene nel Duomo.



Maratonina Pretuziana

L'evento si svolge ogni 1º maggio all'interno del centro storico con gare competitive e non (tra cui le gare da 5 e 10 km), che si svolgono per tutto l'arco della giornata.
 


Cineramnia

Cineramnia è un festival cinematografico, ideato da Dimitri Bosi, che si svolge in una settimana di giugno.
La formula che contraddistingue questo festival è che 5 registi girano 5 film in 5 giorni, ovvero 5 scuole di cinema italiane ed europee vengono invitate a girare e montare un cortometraggio in 5 giorni.
 


Durante il 6º giorno, i corti vengono proiettati in piazza dando al pubblico la possibilità di votare il migliore.
Protagonisti dei corti sono i cittadini che 3 mesi prima hanno sostenuto un provino.
 


Il nome Cineramnia è stato ideato dal regista Stefano Saverioni.
Nella settimana delle riprese, mentre i corti vengono realizzati, si svolgono lezioni e laboratori sul cinema e i suoi aspetti tecnici, linguistici, narrativi, spettacolari, con il corredo indispensabile di numerose proiezioni.


Il video sottostante, contiene i corti in stop motion realizzati durante i Lap(laboratori animazione plastilina) organizzati da Stefano Argentero durante l'edizione 2007 del festival Cineramnia; le musiche sono di glasnost 


Coppa Interamnia - Interamnia World Cup


Dal 1972 si svolge annualmente a Teramo nei primi giorni di luglio e vi partecipano squadre giovanili provenienti da tutti i continenti.

«Teramo, città aperta al Mondo»
(Unicef - 1989) 

E' la più grande manifestazione sportiva di Pallamano a livello mondiale: è infatti considerata l'olimpiade della pallamano, a cui partecipano ogni anno migliaia di persone.
Le squadre partecipanti si sfidano sui campi allestiti per l'occasione in diversi punti della città.
Il campo principale, dove avviene la serata di apertura e le premiazioni finali, è quello di Piazza Martiri della Libertà, munito di spalti, reti e luci.


Premio Ars nova Città di Teramo

Ogni anno (dal 2001), dal 18 al 22 novembre (festa di Santa Cecilia, patrona della musica) si tiene il Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale Ars nova Città di Teramo riservato a musicisti di ogni nazionalità.
Il concorso è dedicato a tutti gli strumenti, divisi in classi anno per anno.
Importante appendice del concorso è l'assegnazione del premio "alla carriera" ad un musicista teramano illustre.

Premio "Gianni Di Venanzo"

Dal 1996, ogni mese di ottobre, una settimana è dedicata al Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica "Gianni Di Venanzo".

"Premio Teramo" per un racconto inedito

Nel 1959 è stato fondato per iniziativa di Giammario Sgattoni che ne è stato il segretario per oltre 20 anni.

Rassegna Internazionale di Musica Danza e Canto Popolare

Organizzata dall'associazione culturale ARCAT, la manifestazione che si svolge a piazza Martiri della Libertà è un appuntamento fisso di fine luglio dell'estate teramana.
Tema delle serate è la musica popolare italiana e internazionale suonata da gruppi provenienti dalle diverse regioni italiane e da paesi esteri.

"Serate Liliana Merlo" - Stagione Internazionale di Danza

Il 10 dicembre 2010 ha avuto inizio la Prima edizione di una Stagione Internazionale di Danza, promossa dalla Società della Musica e del Teatro "Primo Riccitelli". 

Attraverso una proposta che copre i principali generi ballettistici attraverso i quali Liliana Merlo ha articolato il proprio lavoro pionieristico di divulgazione e di ricerca sulla danza nel corso del suo magistero abruzzese, le "Serate" hanno la peculiarità di porsi come il primo cartellone stagionale esclusivamente dedicato all'arte di tersicore mai tentato sul territorio, e tra i rarissimi tuttora presenti nel meridione italiano.
La manifestazione intende proporre nel proprio cartellone spettacoli di danza classico-accademica, moderna, contemporanea, folk, popolare, teatrodanza, e coronare il ciclo delle quattro principali stagioni promosse dalla Società "Riccitelli", insieme a quelle dei concerti, di prosa e, grazie al sostegno della Fondazione Tercas, di teatro lirico (Fondazioni all'Opera).

Interferenze

E' un festival di danza urbana, ideato e diretto da Eleonora Coccagna, promosso dall'Associazione Electa creative arts di Teramo, nato nel 2006, si sviluppa in giornate di performance di danza in luoghi urbani della Città. 

Dal 2008 Interferenze entra nel Circuito mondiale Ciudades Que Danzan, una rete di Festival di danza nei paesaggi urbani che conta decine di festival in tutto il mondo. 


DOVE MANGIARE (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: Alberghi (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: Agriturismi (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: B&B (clicca qui per vedere)
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RAGGIUNGERE Teramo

In AUTO

Autostrada A24 Roma - Teramo
Autostrada A14 Milano - Bari uscita Mosciano Sant'Angelo
Strada statale 80-raccordo, che collega Teramo al casello autostradale Teramo - Giulianova - Mosciano Sant'Angelo sulla autostrada A14 Adriatica
Strada Statale 80 del Gran Sasso
Strada Statale 81 Piceno Aprutina collega Teramo con la città di Ascoli Piceno


In TRENO

Stazione di Teramo, che collega la città con la stazione di Giulianova (e altri paesi della costa come Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi, Pescara) dove incrocia le linee di grande collegamento nord - sud della dorsale adriatica.

 
Come sono arrivato

Dalla piazza davanti alla porta Reale, ultimo avamposto sulla collina su cui è edificato il centro storico, inizio a scendere fino al bianco ponte San Ferdinando in fondo al quale vedo la Stazione ferroviaria.
Arrivo davanti all'edificio elegante dalla facciata rossa e gialla, appena restaurata che prospetta su una strada trafficatissima ed è antistante ad una piazzetta con la quale vorrebbe ritagliarsi un angolo di pace, con un baretto e un punto di raccolta di bici a noleggio, reso improbabile da un parcheggio scomposto, che soffoca la piccola isola verde con una delle ultime cabine telefoniche all'ombra di una palma. 
L'edificio della stazione è di stile differente da quelli "classici" ferroviari; rispecchia quello dell'epoca umbertina, è costituito da un corpo centrale a due elevazioni con tetto di forma vagamente romanica affiancato da due corpi laterali ad una elevazione.

A dispetto di una certa maestosità nonostante si tratti di una stazione piuttosto piccola, appena varcata la porta d'ingresso mostra tutta la sua modestia: piccola la sala d'aspetto, solo biglietteria automatica, due macchinette, ambedue guaste. 

Venne costruita all'inizio degli anni 1880 in una zona periferica della città. 
Dopo un lungo iter burocratico e tecnico fu inaugurata nel 1884. 
Costruita come stazione passante, perché si prevedeva la prosecuzione della linea fino a collegarsi all'Aquila, ma il progetto rimase sulla carta e ciò ne provocò il declassamento. 
Dopo essere stata per molto tempo a rischio di chiusura è divenuta oggetto di un progetto regionale di prolungamento dei binari, fino al centro urbano, nell'ottica di un servizio ferroviario metropolitano.

I binari in esercizio in numero di 3, tutti tronchi, in passato erano comunicanti verso un unico binario tronco di uscita; tale configurazione rispettava quella del progetto originario che prevedeva la prosecuzione della linea. 

Quello utilizzato normalmente è il 1º binario dotato di una classica pensilina in ferro con colonne portanti in ghisa con capitello corinzio. Tutto lindo, pochi i viaggiatori, sulle panchine seduti in attesa del tempo che passa, alcuni extracomunitari di colore. 

La stazione di Teramo è scalo di origine della ferrovia Teramo-Giulianova; infatti qui prenderò il treno che mi porterà sulla costa adriatica, fino a Pescara, per Roma. Ma questa è un'altra storia.

Treno: Roma-Pescara - tempo percorrenza: 05:07 - costo: € 12,80
Treno: Pescara-Teramo - tempo percorrenza: 00:59 - costo: € 4,80

In AUTOBUS

La città è raggiungibile grazie alle linee di pullman gestite dalla Azienda TUA.

Spostarsi con Mezzi Pubblici


La città è servita dagli autobus urbani gestiti dall'azienda STAUR

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Whatsapp: +39 348.2249595


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